29ª Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico: film e molto altro -Tutto è ormai pronto per il ciak della 29ª Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico, organizzata dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto e presentata oggi a Trento nell’ambito della piattaforma provinciale di comunicazione “Cultura Informa” dal presidente, Giovanni Laezza, dalla direttrice, Alessandra Cattoi, e da Barbara Maurina, conservatrice del Museo per l’archeologia e responsabile scientifico della rassegna. Da martedì 2 a sabato 6 ottobre a Rovereto, più di quaranta nuovissimi film si succederanno in un intenso palinsesto: svariate le nazioni di provenienza, una ventina gli ambienti e le culture rappresentate. Sono previsti inoltre cinque incontri con i protagonisti dell’archeologia, per una “full immersion” nella storia, nell’arte, nell’archeologia e nelle culture del passato che tornano presenti con immagini spettacolari e suggestive sul grande schermo.
Quello del documentario è un modo di raccontare il passato che riesce a riportarlo vivo, e lo avvicina al grande pubblico con il linguaggio semplice e immediato del cinema, con realizzazioni filmiche sempre più contaminate dalla fiction di qualità. L’intero programma della manifestazione troverà ospitalità quest’anno presso il Teatro Zandonai, una splendida cornice che la città di Rovereto mette a disposizione del pubblico, accogliendolo nel “salotto buono” cittadino. Gli spettatori avranno la possibilità di attribuire, con votazioni giornaliere, il premio “Città di Rovereto” al film più gradito. Oltre al premio del pubblico, saranno attribuite la menzione speciale “CinemAMoRe”, assegnata insieme a Trento Film Festival di Trento e Religion Today Filmfestival, e la menzione speciale “Archeoblogger”, attribuita da una giuria formata da alcuni dei più seguiti blogger di archeologia italiani.
«E’ una rassegna che cambia pelle – ha spiegato Alessandra Cattoi – e che, mantenendo al centro la proposta cinematografica, si sforza di guardare oltre, ai libri, agli incontri, alle visite, nell’ottica di una manifestazione diffusa, che allarga i propri orizzonti e vuole dialogare con tutti coloro a cui preme capire chi siamo attraverso ciò che siamo stati».
«La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico – ha affermato il presidente Giovanni Laezza – raccoglie un patrimonio di idee, di incontri, ma soprattutto di materiali filmici, che la nostra Fondazione si impegna a conservare e valorizzare come una vera e propria collezione, preziosa testimonianza della storia e della ricerca archeologica mondiale.» La rassegna può contare sul sostegno del Comune di Rovereto e sul patrocinio della Provincia autonoma di Trento, della Regione Trentino Alto Adige, della Comunità della Vallagarina, oltre che del Ministero ai Beni e alle Attività culturali e del Ministero degli Esteri.
I documentari 2018 – Sono moltissimi gli argomenti toccati dai 35 film in concorso in questa XXIX Rassegna. Alto l’interesse per le origini dell’uomo e la preistoria, per l’Egitto e i suoi grandi monumenti, per le civiltà fiorite nel Mediterraneo, per Grecia, Roma, per il Medioevo e i suoi castelli, per le civiltà africane, per i Rapa Nui e l’Isola di Pasqua, oltre a produzioni curiose sulle origini della musica e della stampa, su personaggi storici particolari e interessanti come Matilde di Canossa, l’archeologo Winckelmann o Pia Laviosa Zambotti.
Le conversazioni e gli incontri – Ma la Rassegna sarà molto più dei film. Gli incontri con i protagonisti di quest’anno propongono argomenti che vanno dalle origini dell’uomo, all’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito archeologico per effettuare nuove scoperte perfino nelle straordinarie tombe dei Faraoni egizi, al mercato nero di reperti che ha superato il traffico d’armi per volume d’affari. Non mancherà un incontro in memoria del grande documentarista italiano Folco Quilici, che verrà ricordato grazie all’intervento del figlio Brando. Gli incontri saranno moderati da giornalisti, archeologi, blogger, e – grande novità – alla fine delle conversazioni le domande si potranno fare a tu per tu, incontrando i protagonisti nella sala bar del teatro, dove sarà possibile sciogliere qualche curiosità sugli argomenti proposti in un ambiente informale e amichevole. In particolare, Francesco Porcelli, professore del politecnico di Torino a cui è stato affidato l’incarico da parte del Ministero delle Antichità egiziano di verificare la presenza di un corridoio che dalla tomba di Tutankhamun avrebbe dovuto portare alla tomba di Nefertiti, parlerà di “Archeo-fisica nel terzo millennio. Il progetto Luxor-Valle dei re”, insieme a Marco Cattaneo, direttore di National Geographic eMattia Mancini, archeologo e blogger; con Francesco Tiboni, archeologo terrestre e subacqueo dell’Università di Genova, si metterà in discussione la veridicità dello stratagemma del cavallo per la risoluzione della guerra di Troia nell’incontro “La presa di Troia. Un inganno venuto dal mare. Perchè Omero non parlò mai di un cavallo” insieme a Graziano Tavan, giornalista e blogger. Con Giorgio Manzi,paleoantropologo e divulgatore, professore dell’Università di Bologna, si parlerà di “Qualcosa di molto speciale: come e quando siamo diventati umani” insieme a Marco Perinelli, archeologo e giornalista, e Antonia Falcone, archeologa e blogger. Brando Quilici, regista e documentarista, insieme ad Andrea M. Steiner, direttore della rivista Archeo, consegneranno al pubblico il ricordo del grande Folco Quilici, ospite di numerose edizioni del nostro festival. Per finire, insieme a Valeria Ferrante, giornalista e reporter, si affronterà il tema scottante della “Grande razzia” ovvero il furto e il mercato nero di reperti archeologici in Italia, insieme a Rocco Cerone, giornalista e segretario Assostampa.
Le scuole – Per la prima volta due mattine della rassegna saranno “per le scuole e con le scuole”: il Liceo Rosmini di Rovereto e il Liceo Maffei di Riva del Garda presenteranno agli altri studenti, ma anche a tutto il pubblico, alcuni splendidi film selezionati dal ricchissimo archivio delle passate rassegne, con due tipi di approfondimento, uno sui contenuti e l’altro sulla lingua del documentario. Questi appuntamenti sono stati preparati nell’ambito di due diversi progetti che le scuole hanno svolto durante l’anno scolastico con la Sezione Didattica della Fondazione Museo Civico. Le mattinate sono dedicate sì alle scuole, ma aperte a tutto il pubblico.
Il logo, i partner e il festival in città – La Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico edizione 2018 si presenta con un logo rinnovato, più moderno, che richiama la pellicola cinematografica e non dimentica le colonna ionica che da sempre ne è il simbolo. E soprattutto sceglie il rosso: «Il colore delle emozioni – ha sottolineato Alessandra Cattoi – quelle che ci auguriamo conquistino il pubblico che per una settimana potrà immergersi nei film che raccontano di storie antiche, di scoperte e ritrovamenti, di civiltà lontane e di misteri che forse non avranno mai risposte.» Oltre al logo, nuova è la collaborazione con importantissimi partner, quali la prestigiosa rivista internazionale National Geographic, che da quest’anno è media partner della manifestazione. Altra testata nazionale che seguirà in modo particolare la rassegna, la rivista tematica Archeo. Ma la novità forse maggiore è quella di voler far vivere il festival non solo a teatro e nella sala cinematografica, ma anche in città. Oltre alla nuova formula degli aperitivi coi protagonisti al termine delle conversazioni, la Rassegna si sposterà infatti al di fuori del cinema con “Rassegnaincittà” e offrirà eventi organizzati in collaborazione con diversi partner. Tra le novità anche la serata finale che quest’anno vedrà la collaborazione con il MusicaRivaFestival per uno spettacolo che unisce l’archeologia e la musica. Il concerto del Milano Saxophone Quartet, composto da quattro giovani musicisti e che ha già suonato in tutto il mondo, sarà infatti accompagnato da immagini tratte dai film dell’archivio della Rassegna.
Il programma nella sua interezza è consultabile sul sito ufficiale del festival www.rassegnacinemaarcheologico.it.