Terzo ed ultimo appuntamento al Castello del Buonconsiglio, martedì 26 novembre ad ore 17.00, per presentare al pubblico la monografia del pittore barocco Nicola Grassi. Ingresso libero
Martedì 26 novembre ad ore 17 in sala Marangonerie ci sarà l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri Novembre di libri dove lo storico dell’arte Denis Ton dialogherà con Enrico Lucchese, autore del libro dedicato al pittore Nicola Grassi (1682-1748).
A capo di una bottega veneziana di rilievo, Nicola Grassi influenzò stilisticamente gli esordi del fiemmese Francesco Sebaldo Unterperger, dalla cui collezione dovrebbero provenire i due importanti dipinti oggi custoditi a Cavalese. L’influenza di Grassi in quel territorio si misura anche nelle repliche tratte da sue invenzioni di Antonio Longo e Antonio Vincenzi, così come dalla presenza di una sua pala, del 1746, a Egna feudo dei patrizi veneti Zenobio. La lettura del volume, agevolata dagli indici dei nomi, dei luoghi e delle opere di Nicola Grassi, restituisce il profilo di un osservatore e interprete dei principali fatti artistici della sua epoca, voce originale di quel concerto, magnifico, che fu la civiltà figurativa di Venezia.
Per la prima volta è catalogata tutta la produzione pittorica e grafica di un maestro del Settecento veneziano, schedando pure le incisioni tratte da sue invenzioni e i dipinti da considerare della sua cerchia, d’imitatori, di attribuzione erronea. Il testo si avvale di un denso apparato di tavole che mostra in modo completo il percorso creativo dell’artista. Nel saggio introduttivo, anch’esso riccamente illustrato e con un’appendice documentaria, si approfondiscono i legami con il maestro Nicolò Cassana e il suo ambito artistico e collezionistico, così come sono analizzati gli esordi nella ritrattistica e le prime importanti commissioni.
Si chiariscono, inoltre, i rapporti e l’originale posizione di Nicola Grassi nei confronti dei colleghi, e concorrenti, nella prima metà del XVIII secolo: da Rosalba Carriera, Giambattista Tiepolo e Giambattista Piazzetta, ad Antonio Balestra, Giambattista Pittoni, Antonio Pellegrini e Sebastiano Ricci, fino ad Antonio Guardi, Jacopo Amigoni, Jacopo Marieschi. Un aspetto finora mai discusso del pittore è l’utilizzo di precise fonti visive a stampa, con particolare attenzione alle incisioni degli splendidi disegni di Parmigianino allora nella collezione veneziana di Anton Maria Zanetti di Girolamo. Affascinato pure dalla fortuna settecentesca di Paolo Veronese e del Secolo d’oro della pittura veneziana, Nicola visse e operò nella città di San Marco, realizzando dipinti per la natia Carnia e il Friuli, per gli altri territori della Serenissima (dalla Lombardia alla Dalmazia), per l’estero (dalla Svezia alla Germania fino al feudo Odescalchi in Vojvodina).
Fonte: Castello del Buonconsiglio