Carlo Levi e l’arte della politica, la mostra al Casino dei Principi di Roma – La mostra, a cura di Lorenzo Rota, Mauro Vincenzo Fontana, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna, presenta una riflessione sistematica sulla ‘grafica politica’ realizzata da Carlo Levi a cavallo degli anni 1947-1948
Il Casino dei Principi di Villa Torlonia ospita fino al 22 marzo 2020 la mostra “Carlo Levi e l’Arte della politica. Disegni e opere pittoriche”, nata su iniziativa del Centro Carlo Levi di Matera e in associazione con la Fondazione Carlo Levi.
L’esposizione, che presenta 58 disegni politici e 46 opere pittoriche, è a cura di Lorenzo Rota, Mauro Vincenzo Fontana (Centro Carlo Levi di Matera) e di Daniela Fonti e Antonella Lavorgna (Fondazione Carlo Levi), in collaborazione con Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Polo Museale della Basilicata – Museo di Palazzo Lanfranchi.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Per i possessori della MIC Card l’ingresso alla mostra è gratuito.
L’esposizione scaturisce dalla presa d’atto che nella multiforme ricostruzione delle diverse modalità di espressione artistica della poliedrica personalità di Carlo Levi (dalla letteratura alla poesia, dalla pittura al disegno), operata dalla storiografia artistica letteraria e politica negli oltre quattro decenni che sono trascorsi dalla sua morte, mancava un tassello: quello della riflessione sistematica sulla sua ‘grafica politica’, che si è per gran parte realizzata a cavallo degli anni 1947-1948, sulle pagine del quotidiano “L’Italia Socialista” diretto da Aldo Garosci.
I 58 disegni politici in mostra raccontano, in forma artistica sintetica e ironica, la stagione politica di formazione dell’Italia Repubblicana e registrano il passaggio cruciale che porterà, dal 1949, alcuni protagonisti di quella stagione (Olivetti in primis) all’impegno nella “politica del fare”.
Questa sezione espositiva e il relativo catalogo, si propone di dare un contributo alla valutazione critica complessiva della grafica politica di Levi, collocata nell’ambito della sua ampia produzione artistica, e della grafica italiana a lui contemporanea.
Una seconda sezione della mostra verte su un nucleo di 46 opere pittoriche dell’artista (nella maggior parte di proprietà della Fondazione Carlo Levi, con alcuni prestiti inediti di collezioni private) riferibili al periodo cronologico 1932-1973. Queste opere integrano lo scorrere delle vicende storiche toccate dal giornale e dalle vignette, segnalando di volta in volta affinità stilistiche, riprese tematiche, ma assai più spesso l’assoluta originalità e autonomia del Levi illustratore satirico rispetto all’artista o all’autore di Cristo si è fermato a Eboli o de L’orologio, uscito nel 1950. Quest’ultimo romanzo condivide con le tavole grafiche esposte lo stesso humour ironico e l’acuta capacità di analisi storica. Fra gli oli presenti in mostra, molti ritratti dei protagonisti dell’ambiente politico di quegli anni, quadri legati agli anni della guerra e nature morte, fino alla ripresa, in chiave di “realismo sociale”, delle tematiche meridionaliste tanto care all’autore.
Il catalogo della mostra, edito dall’Editore Giannatelli di Matera, raccoglie i testi di Lorenzo Rota, Giampaolo d’Andrea, Filippo Laporta, Nicola Filazzola, Mariadelaide Cuozzo, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Michele Tavola, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna.