Ponte Lucano … quando sapevano costruire – Ponte Lucano, che deve il suo nome al suo costruttore Marco Plauzio Lucano, è uno splendido esempio di manufatto romano, ritenuto dal 1188, in seguito all’accordo di pace tra il Senato Capitolino e Papa Clemente III, il limite dell’Agro Romano.
Ponte sull’Aniene, si trova dopo le Acque Albule e le cave di travertino al 23° chilometro della via Tiburtina, in prossimità del Sepolcro dei Plauzi.
Questo mausoleo cilindrico, costruito nel I° secolo nello stesso stile della tomba di Cecilia Metella, nel Medioevo venne usato come fortezza; dall’iscrizione che conserva su di una lapide si deduce che venne eretto in onore di M. Plautius Silvanus, console nel 2 a.C. e combattente nelle campagne di Tiberio in Illirica nel 10 d.C.. La sua morte si colloca pochi anni dopo; nell’iscrizione viene anche citata la moglie Lartia e il figlio A. Plautius Urgulanius. Fu testimone di molti eventi storici.
Fu distrutto una prima volta da Totila e ricostruito da Narsete; nel medioevo fu considerato un punto strategico tanto è vero che Enrico V, dopo aver abbandonato Roma, mise il proprio accampamento nella zona dopo aver portato con se, come prigionieri, il Pontefice e ben 16 Cardinali mentre i soldati trascinavano in catene preti e consoli romani.
Adriano IV, in seguito ai disordini scoppiati fra il popolo romano che voleva approvare l’incoronazione papale, fuggì da Roma con Federico Barbarossa, che si accampò con tutto l’esercito presso il ponte Lucano. Qui fu celebrata la festività di Pietro e Paolo, con il Papa che assolse le truppe germaniche dai peccati e per il sangue che avevano versato a Roma.
Fu anche oggetto di lotta tra famiglie nobili, come ad esempio, quella del 1241 fra il cardinale Giovanni Colonna, ribelle al Papa Gregorio IX; e tra il suo successore Celestino IV ed i Colonna che tennero il ponte fino a quando tornò in possesso di Tivoli.
I Tiberini, nel 1389, si opposero ai Bretoni che, in nome di Clemente VII l’antipapa, assaltarono il ponte Lucano per impadronirsene; ma furono sconfitti dopo una grande strage.
Venti anni dopo fu la volta delle dispute fra il re di Napoli Ladislao ed il papato. Nel 1410 Paolo Corsini occupò il ponte, che ritornò ai Tiburtini, fedeli a Giovanni XXII, che lo fortificarono; sul mausoleo dei Plauzi misero una bombarda, che però non impedì, 3 anni dopo, la vittoria di Ladislao e la conseguente fuga da Roma dell’antipapa Giovanni XXIII.
Venne quindi stipulato un trattato nel quale Giovanni de Pistoribus, legato reale, concedeva ai Colonna il mausoleo, indicandolo come “La torre di ponte Lucano”, in disaccordo con quanto stabilito con Tivoli da Ladislao. Passò quindi, nel 1436, al Cardinale Giovanni Vitelleschi, vittorioso sul capitano Antonio da Pontedera che era alla difesa del ponte.
Paolo II lo restaurò nel 1465 e nel 1550, sotto Giulio III, il ponte fu donato al Cardinale Ippolito d’Este, governatore di Tivoli.
Sisto V pose il ponte Lucano sotto custodia e decretò il pagamento del pedaggio nel 1588.
Fu restaurato nel 1835 durante il Pontificato di Gregorio XVI. Questi lavori portarono alla luce reperti archeologici riguardanti la famiglia Plauzia e il suo mausoleo.
In origine il ponte Lucano era a cinque archi, ma oggi ne sono visibili solo quattro, perché il quinto è interrato. Attualmente Ponte Lucano funziona solo per il traffico leggero.