Invisibili, il libro di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno – Venerdì 3 giugno · 17.30 – 20.30 alla Biblioteca Elsa Morante di Ostia si svolgerà la presentazione del libro di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno intitolato Invisibili (vivere e morire all’Ilva di Taranto)
L’Italsider non c’è più: ha cambiato nome e ragione sociale. Ora c’è l’Ilva a Taranto, il più grande stabilimento siderurgico non solo in Italia ma in Europa. Non possiamo più parlare di “metalmezzadro” – definizione coniata per indicare i primi operai dell’Italsider che si barcamenavano tra il lavoro nello stabilimento e quello nelle campagne – siamo giunti ormai, nell’era della globalizzazione, ad una nuova definizione di operaio siderurgico: non ci sono più le copie dell’Unità e del Manifesto sotto le loro braccia, non ci sono più le sezioni del PCI aperte ad accoglierli, c’è un operaio sempre più solo, atomizzato, senza volto e senza nome. Il sindacato pare lontano anni luce. Al suo posto ci sono i tornei di calcetto aziendali per far gruppo, per far sì che i dipendenti si conoscano ma che non leghino mai a tal punto da organizzarsi in maniera articolata. Gli operai desiderano un’unica cosa: una divisa da carabiniere e andare via, lontano, ovunque in Italia, ma distanti da Taranto e dall’ombra dell’Ilva, cuore nero e pulsante, divinità a cui di continuo vengono offerti sacrifici umani…
Fulvio Colucci e Giuse Alemanno – giornalista il primo (vincitore del Premio Ilaria Alpi), scrittore e operaio all’Ilva il secondo – realizzano un saggio amaro e tremendamente vero sulla vita quotidiana degli impiegati nella più grande industria siderurgica italiana. Non c’è nulla di consolatorio nelle loro parole. La vita dei turnisti è scandita dall’alternarsi continuo tra le ore passate nella “pancia della balena” e quelle a casa con la famiglia. Non vi è più alcun legame con la società. Gli operai si sentono sempre più soli, non riescono ad avere interlocutori credibili che portino avanti le loro istanze. Molti sono morti durante il lavoro, molti sono morti a causa delle conseguenze delle inalazioni. Non è un caso che Taranto sia una delle zone in cui è più elevata la mortalità a causa di tumori in tutto il nostro paese. La città è assente. Lontana. Come lontana è l’Italia tutta. L’Ilva è una realtà a se stante. Un universo che ha leggi proprie. Il saggio di Colucci e di Alemanno diviene lettura indispensabile per chi voglia conoscerne di più assieme all’interessante Quindici passi di Giuliano Foschini, giusto per citare una delle opere più recenti sull’argomento. I bambini di Taranto continuano a sognare una città senza l’Ilva, una città che abbia un enorme parco in cui giocare. Non resta solo che affidarci alla speranza nel futuro.
Biblioteca Elsa Morante
Via Adolfo Cozza
Lido di Ostia Roma