1. Ciao Uruguai, “Al bancone del bar” è il tuo ultimo singolo. Quanto ti manca il bancone e cosa rappresenta nella canzone?
Ciao Oltre le colonne, mi manca tantissimo ovviamente e visto il momento storico e sociale in cui viviamo, la cosa difficile credo sia rimanere distaccati nella giusta misura, per non pensarci ogni week-end e accusarlo con frustrazione ma neanche dimenticarsene e tenere accesa la speranza che presto si potrà tornare a vivere con leggerezza.
Il bancone del bar rappresenta proprio quella voglia di leggerezza, spensieratezza e voglia di stare in compagnia che fino a poco tempo fa sembrava così scontatamente usuale.
2. Il singolo segue il debutto con il brano “Monet”. Come nasce il tuo progetto e quali sono le maggiori influenze della tua musica?
Ho sempre scritto canzoni inglese ma circa tre anni fa ho cominciato a sentire l urgenza di scrivere in italiano. Avevo un po’ di bozze di canzoni pronte e ho deciso di mandarle a Futura dischi che era un etichetta che seguivo con interesse e quando mi hanno risposto sono stato felicissimo anche perché ci siamo da subito trovati in sintonia.
Influenze vere e proprie e che siano palesemente rimandabili a qualcuno di preciso non saprei. A volte qualcuno sente nelle canzoni dei suoni o delle modalità di scrittura completamente diversi da qualcun altro o da quelli che potrei sentirci io. Posso dire che mi piacciono tanti generi musicali diversi e i miei ascolti quindi sono molti e attingono in ugual misura dalle cose straniere e italiane.
Voglio però cercare di risponderti e quindi ti dirò che non parto mai con un idea preconcetta quando scrivo quindi cerco di capire quale determinato suono possa stare bene a quel determinato pezzo in una seconda fase e ultimamente di sicuro mi è capitato più spesso di trovarmi a mio agio con artisti come i Pavement, Mac de marco, Colapesce, Iosonouncane.
3. Se dovessi definire con tre aggettivi la tua musica, quali sarebbero?
Scanzonata, sciamannata, semplice.
4. Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi di Uruguai?
Sicuramente canzoni nuove, live (nella misura in cui si potrà) e magari dare anche un volto, che nessuno mi ha ancora sollecitato a palesare (e forse è meglio cosi’),al progetto.
5. Se dovessi tornare a fare questa intervista tra un anno, cosa vorresti poter dire?
Ci vediamo stasera al bancone del bar.