Curiosa disavventura per lo scrittore Niky Marcelli, che questa mattina avrebbe dovuto recarsi al Cimitero Flaminio, di Prima Porta, per ritirare l’urna con le ceneri di sua madre, l’attrice e regista Saviana Scalfi, deceduta per covid lo scorso 17 novembre.
Pochi istanti prima di uscire di casa è stato tuttavia raggiunto da una telefonata dell’agenzia delle pompe funebri che lo ha avvisato del fatto che la consegna era rinviata sine die. I carabinieri, infatti, hanno provveduto a mettere sotto sequestro il deposito delle urne.
I motivi del provvedimento, mercé il segreto istruttorio, non sono stati rivelati. Così come non è stato rivelato quando saranno tolti i sigilli. La direzione del cimitero ha infatti laconicamente dichiarato che il disagio durerà “fino a nuovo ordine”.
“Quando me lo hanno detto, mi sono messo a ridere perché sembra di essere all’interno di una commedia all’italiana di Dino Risi, piuttosto che di Mario Monicelli”. Ha dichiarato Niky Marcelli.
“I tempi di riconsegna sono comunque biblici, se si calcola che mia madre è morta a metà novembre ed è stata cremata il 7 gennaio, ovvero oltre un mese e mezzo dopo. Non solo, una volta compiuta questa triste operazione, abbiamo dovuto aspettare fino a oggi, 12 febbraio, per poter riavere le ceneri. Passi la ‘lista di attesa’ fuori dal forno ma, una volta nell’urna, non si capisce il mese abbondante che la burocrazia si è presa per sbrigare le pratiche di riconsegna. A questo si aggiunge, ora, un ulteriore rinvio a tempo indeterminato per via delle indagini che la magistratura sta compiendo, ma di cui non sappiamo i motivi. Se non fossero da tempo a loro volta ospiti di questa stessa struttura o di consimili, mi aspetterei di veder spuntare, da un momento all’altro, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman piuttosto che Nino Manfredi o Mario Carotenuto. E mi chiederei se, dietro a tutto questo, non ci possa essere lo zampino di Age e Scarpelli o di Benvenuti e De Bernardi!”