A Palazzo Trentini la mostra Bruno Colorio 1911,1997

A Palazzo Trentini la mostra Bruno Colorio 1911,1997 – Il Mart e la Provincia autonoma di Trento – Assessorato alla cultura celebrano i cento anni della nascita dell’artista trentino Bruno Colorio con una mostra a Trento, nella sede di Palazzo Trentini, che sarà inaugurata martedì 13 dicembre alle 18.30. La mostra, intitolata “Bruno Colorio 1911-1997”, è a cura di Margherita de Pilati e sarà aperta fino al 10 gennaio 2012. Con una selezione di quaranta opere che illustrano tutte le fasi della lunga ricerca artistica del pittore trentino, l’esposizione del Mart riassume e completa le due rassegne dedicate a Colorio nel 1991 alla Galleria Civica di Trento e nel 1997 sempre a Palazzo Trentini.
Biografia
Nato a Trento nel 1911, nel 1930 Colorio si trasferì a Roma per il servizio militare, al termine del quale si iscrisse all’Accademia. Tuttavia, ai corsi ufficiali, preferì quelli tenuti nei propri studi dagli artisti Sigmund Lipinsky ed Attilio Giuliani. Dal 1936, finita la guerra, iniziò ad esporre e a frequentare le gallerie d’arte romane, dove conobbe Gino Severini, Giorgio de Chirico, gli esponenti della Scuola Romana, Scipione e Afro.
Un dipinto come “Donna con bambina”, datato 1938 e pubblicato per la prima volta in occasione di questa esposizione, mostra come Colorio avesse interiorizzato la lezione della scuola romana, accogliendo nelle pose plastiche e nei colori accesi gli spunti provenienti da Mario Sironi, da Antonio Donghi e da Achille Funi.
Altra tela importante, sempre datata 1938, è “Ritratto di Betty Salomon”, descritto da Gabriella Belli nel catalogo del 1997 come “un quadro di grande efficacia interpretativa del soggetto, che sembra colto al volo, con leggerezza, senza dunque la fissità monumentale anche tragica di certa ritrattistica di quel tempo”.
Da notare che a Roma Colorio entrò in contatto anche con Mario Mafai e la moglie, l’artista lituana Antonietta Raphaël. A loro si ispirò per dipinti come “Fiori e libri” del 1939 o “Ragazza che si appoggia” del 1938, in cui la ricerca prospettica è privilegiata rispetto allo studio sul colore.
Dopo aver esposto, nel 1940, alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma, l’artista ritornò in Trentino per dedicarsi all’insegnamento.
Nel 1952 trascorse l’estate a Burano, ospite di Casa Moggioli, dove ebbe contatti diretti con Pio Semeghini ed altri artisti del gruppo di Ca’ Pesaro. L’influenza subita da questi artisti emerge prepotentemente nei paesaggi realizzati in quegli anni.
Nel 1953, Colorio gettò le basi per la costituzione dell’Istituto Statale d’Arte di Trento e venne nominato membro del Consiglio Tecnico della Triennale di Milano. Verso la fine degli anni Sessanta, anche grazie alla frequentazione di artisti come Schmidt e Senesi, si avvicinò a una pittura di astrazione ispirata alla natura, che portò avanti in diverse declinazioni fino alla morte, avvenuta poco dopo la personale a Palazzo Trentini, nel novembre del 1997.
Il catalogo della mostra, edito da TEMI, contiene i saggi di Margherita de Pilati e di Daniela Ferrari e un’ampia sezione dedicata alla biografia e agli apparati. (lm)

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