Worldream, il concerto alla Casa del Jazz di Roma

Worldream, il concerto alla Casa del Jazz di Roma – Sabato 3 marzo alla Casa del Jazz alle ore 21,World con Federico Laterza pianoforte, harmonium e tastiere, Paolo Innarella sassofoni, flauto & bansoori flutes, Lutte Berg  chitarre Stefano Cesare contrabbasso e basso elettrico, Sanjay Kansa Banik tabla, Giovanni Lo Cascio batteria e percussioni.

 

 

Il progetto  Worldream  nasce nel 1990 per iniziativa del pianista Federico Laterza come laboratorio di ricerca delle radici comuni dell’improvvisazione, attraverso strade tracciate da suoni e soprattutto emozioni  appartenenti ad un incontro possibile di latitudini musicali solo apparentemente lontane .  Fondamentale alla realizzazione di quest’ambito sonoro il sodalizio con  Sanjay Kansa Banik, (India) maestro di tabla, strumento principe della musica classica indiana che ha studiato sin da bambino assorbendo a fondo quell’altissima scienza orientale del ritmo che è componente essenziale di questo viaggio musicale, la cui sezione ritmica condivide con il percussionismo influenzato dalla musica meodiorentale ed africana di Giovanni Lo Cascio.

 

In “Canto de perdas’ troviamo compagni di viaggio antichi e nuovi : le ciaramelle lucane e il lirismo mediterraneo di Paolo Innarella, il solido ‘timing’ del contrabassista Stefano Cesare, le chitarre di Lutte Berg  che incontrano i Worldream senza nulla  risparmiare della vocazione all’esplorazione confermata dal musicista svedese in anni di militanza in sfere musicali’ trasversali’.

 

In questa avventura fatta di materiale frutto di ‘interplay’ estemporaneo quanto di composizioni basate su moduli ritmici appartenenti alla tradizione classica indiana si incontrano paesaggi sonori solo apparentemente distanti, non semplicemente sovrapposti ma compenetrati fino a diventare  linguaggio che non ha bisogno di dizionari e grammatiche, ma solo di orecchie ben aperte.

 

Quasi una forza magnetica  mi spinse nel lontano 1978, all’età di 17 anni, ad attraversare il Pakistan da Karachi a Lahore per proseguire fino all’estremo nord dell’India, (Kashmir). Il ‘caso’ mi volle nel plenilunio d’agosto in uno dei luoghi più remoti e sacri dell’intera catena himalayana: la grotta di Amarnath. Qui si danno appuntamento ogni anno migliaia di pellegrini hindu per venerare il lingam, simbolo fallico di fertilità associato al culto di Shiva, percorrendo per tre giorni a piedi un difficile cammino con passi a 4000 mt, sorretti solo dalla fede incrollabile e da qualche mulo destinato a trasportare anziani e malati. In queste lande disabitate si forma naturalmente, all’interno di una grotta, un grande lingam di ghiaccio, che attrae centinaia di sadhu, pellegrini ed asceti  che posso considerare come i sacerdoti della mia iniziazione al sacro mondo della natura selvaggia, coloro che mi diedero accoglienza intorno ai fuochi della puja, antichissimo rituale accompagnato dai canti devozionali in sanscrito.

 

 

 

Questo fu una  sorta di imprinting decisivo sul mio personale modo di vivere, sentire e suonare la musica, il naturale frutto del sedimento nella memoria di percorsi di viaggio e di studio del tutto eterogenei che sono stati la mia vita. La scrittura musicale non vuole essere altro che uno stimolo, ma non solo un pretesto, per un ensemble, i Worldream, che accoglie musicisti con percorsi diversi  accomunati dal desiderio di mettersi in gioco per fare della musica rivelazione a se stessi di potenzialità e identità inespresse. Identità che hanno dimora in quelle remote zone del se il cui irresistibile potere attrattivo condusse i miei passi ai piedi del prodigioso lingam di Amarnath, incarnazione di quel potere creativo indispensabile per un arte in cui la forma è il veicolo per un impulso trascendente.

 

(Federico Laterza)

 

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55 Roma

 

Info: 06/704731

 

Ingresso  10 euro

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