La Basilica dei Quattro Coronati. Nel rione romano Celio, sul colle omonimo, sorge la Basilica dei Santi Quattro Coronati: Castorio, Sinfroniano, Claudio e Nicostrato, commemorati l’8 novembre e diventati simboli delle logge Massoniche. Da sempre, intorno a questo sito, sono nate ricerche, per spiegare come mai i sepolti siano in numero di 8 o 9. La tradizione parla di quattro scalpellini (marmorarii) cristiani, giustiziati da Diocleziano per aver rifiutato di scolpire idoli pagani e di quattro o cinque soldati ugualmente martirizzati e sepolti accanto ai primi.
Altri narratori, invece, dicono che i secondi fossero scalpellini, condannati per lo stesso motivo e chiusi vivi in una cassa di piombo, gettati poi in mare. Furono venerati insieme ai primi quattro di cui non era noto il nome e che Papa Melchiade chiamò i Quator Coronati nome che rimase anche quando furono identificati. Nel VII sec. Papa Onorio fece erigere la basilica intitolata ai Santi Quattro che accolse, in seguito, le spoglie dei nove martiri. Da questo nacque la confusione, i cinque veri scalpellini furono dimenticati mentre, gli altri, nel Medioevo, divennero i Patroni della Corporazione edili ed ancora oggi lo sono. Per il loro mestiere, connesso all’arte muraria e delle costruzioni, i Santi Quattro sono molto cari alla Massoneria.
I Quattro Coronati divennero i miti delle varie gilde e confraternite che precedettero la Massoneria. La Chiesa è piena di simboli. I più suggestivi ed importanti, si trovano all’interno del chiostro, rappresentati da: la triplice cinta druitica, simbolo della via da percorrere che porta al Sè; i segni X, I, D, incisi nel pavimento ( la X viene formata dall’incontro di due triangoli come nella stella a sei punte).
Sembra che la basilica fosse la sede delle Corporazioni edili e che membro di essa ne fosse il Borromini che disseminò Roma di simboli esoterici e massonici. Il motto di questa corporazione recitava “esporre segretamente e dimostrare in silenzio”.
Nella parte denominata “Oratorio di San Silvestro”, si possono ammirare affreschi del I sec. d. C., in stile bizantino, che descrivono le storie di papa Silvestro e di Costantino I imperatore, testimonianza questa della rilevanza politica di questo complesso, attinente al potere temporale del papato di allora. Girando nella Basilica altri simboli appaiono incisi nel pavimento e nei muri: il Nodo di Salomone e la Triplice Cinta nel Chiostro, esempio di gioco rappresentato da uno schema che sembra essere un regolo calcolatore o un abaco, forse un gioco di abilità e di fortuna. Per questi suoi segreti, la Basilica è sempre meta di studiosi.