Tra curiosità e aneddoti riguardanti la sua vita e la sua carriera, Layz ci parla delle idee che hanno portato alla realizzazione del suo ultimo singolo, “Lazzaro”, brano introspettivo del rapper emergente fuori su tutte le piattaforme digitali
Ciao Layz, benvenuto a Oltre le colonne. Parlaci del tuo nuovo singolo, “Lazzaro”: come è nato questo brano?
Ciao, grazie mille per questo spazio. Lazzaro nella mia testa c’era già da tempo, ovviamente non sapevo come sarebbe stato il risultato finale, però ero consapevole del fatto che avrei messo a disposizione il mio nome, tra l’altro molto particolare e anche questo mi ha aiutato a questo pezzo, e la mia vita per la musica.
Il ritornello è stata la prima cosa, ho deciso di ripetere più volte il mio nome di modo che entrasse nella testa di chi ascoltasse e il risultato in questo è riuscito. Poi le strofe sono uscite da sé nel senso che ho dovuto solo raccontare la mia vita nel modo più sincero possibile.
Guardando indietro negli anni, cambieresti qualcosa della tua discografia oppure sei soddisfatto al 100%?
Ancora non ho abbastanza materiale fuori per dirlo, per ora no. Ti posso dire però che sono abbastanza puntiglioso anche se mi affeziono molto a ciò che scrivo. Ho il computer intasato di note e fogli non cancello nulla, scarto però li tengo li. In ogni testo c’è sempre qualcosa di buono anche se sono 2 righe, che posso riciclare poi in pezzi nuovi.
Come ti poni nei confronti degli haters? Rispondi spesso oppure lasci perdere?
Ma no fa parte del gioco. Quando le cose vanno bene c’è sempre qualcuno che parla. Una volta qualcuno disse “che parlino male o bene l’importante è che se ne parli” e mi trova d’accordissimo. Ci sono artisti che ci hanno costruito il proprio personaggio. Ci sono cose che non possiamo controllare ed è giusto cosi.
C’è un concerto a cui sei andato che ti porterai sempre nel cuore?
I concerti mi piacciono da morire quando posso vado sempre, sia per piacere personale che per lavoro nel senso che c’è sempre da imparare da qualcuno che è più avanti indipendentemente dal genere musicale, rubare il lavoro in maniera positiva per chi fa musica può essere di grande aiuto. Porterò sempre con me i concerti a cui sono andato. Quelli che mi hanno impressionato positivamente di più sono stati il tour di Prisoner 709 di Caparezza, l’ultimo tour di Rancore con il disco Musica Per Bambini, e Clementino che l’ho visto due volte. Sia gli show di Caparezza che quelli di Clementino non sono semplici concerti ma spettacoli a 360 gradi.
Che consiglio daresti ad un rapper emergente che vuole farsi spazio in questa scena italiana?
Di non dare consigli (ride ndr.), scherzo. Dico di fare la propria musica nel modo più sincero possibile che siano pezzi allegri o più conscious, se si ha un’idea bisogna portarla avanti contro tutto e tutti, ti diranno sempre che quello che fai è impossibile oppure troppo lontano da raggiungere almeno che tu non faccia un lavoro cosiddetto ordinario. Continuate a sognare altrimenti crescete ed è la fine.
C’è un luogo che sogni di visitare in un futuro?
Sono tanti i luoghi che vorrei visitare. Sono appassionato di antiche culture e miti e vorrei andare a visitare i posti dove i nostri lontani parenti hanno lasciato una parte della storia ancora non del tutto raccontata. L’africa e l’America Latina mi attirano molto e vorrei visitarle in lungo e in largo. Spero di riuscirci un giorno.