Dove credi di andare? è il primo singolo de La Malcostume, ma è anche la domanda che chiunque abbia un sogno o un obiettivo nella vita prima o poi si sentirà fare.
Che sia semplicemente scappare dal proprio passato, dalla propria famiglia o dalla propria terra, o che sia invece cambiare vita e iniziare a fare quello per cui si è nati e che ci tiene vivi: in entrambi i casi ci saranno ostacoli che fanno venir voglia di arrendersi e adagiarsi nell’abitudine e nella comodità della routine quotidiana. A volte sono le altre persone che sembrano far di tutto per impedire la felicità altrui, a volte invece sono vincoli nati direttamente nella nostra testa, nelle nostre insicurezze, che ci portiamo dietro da sempre.
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?
Diciamo che anzitutto mio nonno, e poi anche i miei genitori, hanno ben preparato il terreno, facendomi ascoltare da piccolo tantissima musica (e di qualità!), e stimolando sempre la mia creatività (facendomi frequentare scuole di musica).
Su un base di questo tipo, ha poi aiutato il fatto che già altri ragazzi del mio paesino suonavano in band e creavano musica, e quindi un po’ per spirito di emulazione ed un po’ per ragioni sociali, c’era una forte spinta a suonare.
Quando poi, provandoci, ho sentito il brivido dello stare sul palco, dell’esibirmi, dell’avere le luci puntate addosso, beh, da lì non ne sono più uscito!
Raccontaci “Dove credi di andare?” in qualche riga.
Il testo di “Dove credi di andare?” è quasi integralmente auto-biografico. A 17 anni sono scappato dalla mia terra d’origine, la Calabria, per andare a studiare e vivere a Bologna, dove ancora oggi vivo. I motivi di questa mia emigrazione sono ovviamente tanti, ma credo che quello fondamentale sia l’incompatibilità tra il mio carattere e le mie aspirazioni da un lato, e quello che quella terra poteva offrirmi dall’altro lato. E’ evidente però, d’altro canto, che, dopo tutti questi anni lontano dai luoghi della propria infanzia, uno un bilancio provvisorio inizi a farlo, e magari inizi a capire che forse non si può davvero scappare integralmente dai fantasmi del proprio passato, e che, anzi, scappare non è proprio la soluzione migliore, perché i rapporti che rimangono sospesi e irrisolti uno se li porta dentro a prescindere dal luogo fisico in cui si trova.
Da qui la domanda che dà il titolo al singolo nonché il messaggio che vorrei trasmettere: non sono i kilometri di distanza che ti salveranno dai tuoi problemi.
Qual è l’aspetto della tua musica di cui vai più fiero?
Il fatto che non ha limiti prestabiliti in tema di genere o stile musicale. Ascolto costantemente nuova musica, e di qualsiasi tempo, genere o provenienza geografica. Cerco di estrarre il meglio da ogni cosa che ascolto, e portarlo poi con me, in modo da farne emergere l’influenza nelle canzoni che compongo.
La libertà per me è essenziale, e non accetterò mai di incasellarmi rigidamente in un personaggio: ho proprio bisogno di variare, è quello che mi tiene vivo!
Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?
La mia tendenza a strafare. Sarà per la mia formazione “rock e metal”, sarà per l’energia che mi si scatena dentro quando suono, ma spesso tendo a fare tutto “troppo”: cantare troppo, cantare troppo forte, fare canzoni troppo lunghe, aggiungere troppi strumenti.
Ma per fortuna ho preso l’abitudine di ascoltare molto i pareri degli altri, e di farmi aiutare da altre persone che possano mettere un freno ad alcuni miei eccessi. E quindi, tra un po’ di autoanalisi e un po’ di opinioni esterni, per ogni canzone mi impegno anche a un’opera di snellimento e ripulitura prima di arrivare alla versione finale.
Come speri di continuare la tua esperienza musicale?
Anzitutto, a prescindere dal successo o dal ritorno economico, io continuerò in ogni caso e per sempre a fare musica. Fortunatamente o sfortunatamente, è una croce e delizia che mi porto dietro, ma non posso non cantare e non fare musica, mi fa stare troppo bene, quindi andrò avanti a prescindere.
In ogni caso, ho già programmato i prossimi singoli, e tornerò quindi in studio di registrazione a settembre per la seconda uscita. Credo proseguirò ancora pubblicando soltanto singoli invece che EP o album, perché penso che sia il modo migliore per concentrarsi adeguatamente su ciascun singolo brano.