Da martedì 14 giugno in radio arriva “’U VURPE” (Suoni dall’Italia/Believe), il nuovo singolo del cantautore tarantino Mimmo Cavallo, che segna il suo ritorno sulla scena discografica italiana.
Il brano gioca su l’antropomorfismo uomini-pesci (branzini, boghe, sgombro, polpo, ecc.) tutti appartenenti al popolo del mare. Mare da dove proveniamo e dove, volenti o nolenti, siamo destinati a tornare. Mare come grembo identitario, gemma luccicante di vite perse e disperse.
È la voce del popolo nel suo idioma più vero, biografie di personaggi fuori dal coro: gli ultimi (le “vope” della classe “voperaia” con le loro tute blu), il lupo branzino ( una certa politica che ha dissanguato la città), il naccariedde roker (sgombro in concerto), il caurro (granchio) filosofo innamorato e non ricambiato dalla sogliola….e su tutti u’ vurpe (il polpo) metafora di una Taranto talattica protetta dal suo patrono (San Cataldo), una città dai numerosi volti, memore di un’antica civiltà mai dispersa che tanto agogna un riscatto.
Sono ancora tutte queste vite traboccanti di birra (Raffo) incistata nelle mani dei tarantini. È la vita, infine, di Nicola, operaio ex Ilva, che si è dovuto arrendere al vento (il suo destino) che un giorno se l’è portato via.
Taranto: tutto questo immaginario non si è mai spento e mai si spegnerà.
Il brano è accompagnato da un video realizzato da Valentina Calvani e Fabiana Iacolucci.
Qui il video: https://youtu.be/O2vIw8DL3jc
Nato a Lizzano, in provincia di Taranto, Mimmo Cavallo forgia la sua vena artistica trasferendosi prima a Torino e successivamente a Roma. Il suo esordio nel 1980 quando pubblica, per CGD, “Siamo Meridionali” album che rappresenta un modo nuovo e fresco, soprattutto vitale, di parlare del Sud. La particolarità della sua musica e dei suoi testi, una miscela di rock ironico e graffiante unito a ballate dolcissime, ne fa subito uno dei cantautori più originali della sua epoca.
Non si può parlare di Mimmo Cavallo prescindendo dal suo luogo di appartenenza, il Salento, terra di primitivo e di taranta. In questo senso la sua musica è palesemente figlia delle danze frenetiche risalenti al medioevo (ma le cui radici sono ben più remote) influenzata e mixata dalle sue esperienze successive.
Nei suoi ritmi c’è una sorta di presenza magica e rituale che riporta a una coreutica pagana, primitiva (si noti per esempio il grande uso dei tempi dispari, le innumerevoli “squadrature”, l’uso del dialetto). Aver vissuto l’adolescenza a contatto con la cultura contadina porta Mimmo continuamente ad un attento e appassionato itinerario di ricerca delle radici non solo dell’animo taranto-salentina ma di tutto il sud (suo incommensurabile amore).
In seguito vengono pubblicati “Uh, mammà” e “Stancami stancami musica”. Scrive con Enzo Biagi “Ma che storia è questa”, sigla della trasmissione televisiva La storia d’Italia a fumetti, ed è autore di canzoni poi portate al successo da molti artisti italiani tra cui Mia Martini, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Loredana Bertè, Syria e Al Bano.
Importante la sua collaborazione con Zucchero Sugar Fornaciari con cui di recente ha scritto “Vedo Nero” e “Non illudermi così” terza traccia inedita presente nella versione deluxe di “D.O.C.”, il brano è la versione, riadattata, di “Don’t make promises” di Tim Ardin, canzone folk del 1966.
Dopo qualche anno di silenzio, dovuto alla rottura verso un “certo mondo discografico”, inizia il sodalizio con DDD e nel 1989 esce “Non voglio essere uno spirito” seguito nel 1992 dall’autobiografico “L’incantautore”. Nel 2011 con EDEL pubblica “Quando saremo fratelli uniti” e nel 2014 con Suoni dall’Italia “Dalla Parte delle Bestie”.
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