BUJUMBURA – La galleria TwoFiveSeven Arts, fondata e diretta dalla giovane Samantha Inarukundo ha sviluppato a partire dalla scorso giugno La Pépinière, il primo programma di residenza per artisti mai realizzato in Burundi. Il progetto, che ha permesso a un gruppo di quattro giovani artisti di produrre arte in maniera professionale, si è avvalso della collaborazione del curatore ospite Niccolò Lucarelli, che già si è occupato di arte africana conducendo per il magazine Artribune una lunga inchiesta fra il 2021 e il 2022. In Burundi non mancano artisti di talento, ma hanno bisogno di strumenti per sviluppare le loro carriere, e la residenza era la soluzione giusta, il primo passo per rafforzare la costruzione di una scena artistica contemporanea locale e, più in generale, per rafforzare l’intero Paese facendolo crescere dal punto di vista culturale. Perché è la cultura, ancor prima dell’economia, il primo vero strumento di sviluppo.
Il risultato della residenza è adesso condiviso con il pubblico attraverso la collettiva La Pépinière 1, curata da Samantha Inarukundo e Niccolò Lucarelli, che coinvolge i giovani pittori burundesi Jessy Solana Nihorimbere, Sandra Munezero e Yvan Ndayikunda, e Aicha Muteba Makana della Repubblica Democratica del Congo. L’inaugurazione si terrà venerdì 23 settembre alle ore 17, alla presenza di un rappresentante del Ministero della Cultura del Burundi. La mostra resterà aperta fino al 26 novembre prossimo; 18 le opere esposte, tutte realizzate durante la residenza artistica, 18 modi di sentire l’Africa con la sua cultura e le sue tradizioni.
Così la giovane gallerista Samantha Inarukundo descrive il progetto: “non abbiamo assegnato un tema specifico agli artisti, poiché l’obiettivo di La Pépinière 1è quello di lasciarli completamente liberi di creare opere che trasmettano quei messaggi che vogliono condividere con il pubblico, senza preoccuparsi del mercato o di altri elementi esterni. Alla fine, l’introspezione si è rivelata un tema ricorrente nelle opere prodotte durante la residenza. Penso che questa residenza sia importante perché storicamente il Burundi ha vissuto una violenza ciclica, quindi arte e cultura sono state messe da parte e ora stiamo assistendo a una mancanza di investimenti pubblici nei programmi artistici. La nostra società assegna agli artisti contemporanei il difficile compito di rappresentare le comunità attraverso le arti, ma ci dimentichiamo di offrire loro le risorse e l’assistenza di cui hanno bisogno per avere successo. Essendo la prima e unica galleria d’arte permanente in Burundi, abbiamo una visione che va oltre le nostre mura, e sappiamo che dobbiamo investire nei nostri artisti prima di chiedere loro qualcosa”.
Secondo Lucarelli “La Pépinière apre le porte agli artisti che cercano un modo personale e africano di fare arte, guardandosi intorno e ascoltando la voce del passato, della fantasia, e di un futuro che stiamo iniziando a scorgere e che si preannuncia ricco d’idee e d’energia. Un progetto che ha dato forza all’immaginazione, dando agli artisti gli strumenti per tradurre in opere d’arte i propri pensieri, le proprie emozioni, i propri dubbi; si scopre poi un continente a colori, con una sottile vena di poesia e spiritualismo che spesso emerge, e che è la sostanza della sensibilità africana. Tutta l’arte contemporanea dell’Africa nera è alla ricerca della propria profondità, di un modo per diventare strumento di memoria e di coscienza collettiva, e questa mostra è a suo modo storica, perché si inserisce in un percorso di creazione di un identità. Il Rinascimento dell’Africa Nera inizia qui”.
Nel corso del vernissage sarà presentato anche il catalogo della mostra, pubblicato dalla Galleria, che raccoglie i testi dei curatori. Questa è la prima fase di un progetto articolato nel tempo, perché la seconda residenza artistica partirà a metà novembre, e sarà seguita da una nuova mostra nel febbraio 2023, che ne documenterà i risultati.
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