Un poliziesco affascinante che accompagna il lettore in giro per l’Europa, attraversando epoche e misteri. Per Argentodorato Editore, dalla penna di Sergio Sinesi.
“Un commissario di polizia, impegnato con gli omicidi che riguardano le prostitute del luogo, viene coinvolto da Georg Bauer, un ex imprenditore tedesco cieco a causa del delirio nazista, nelle indagini su altrettante uccisioni di alcuni scienziati, avvenute in Europa”. Comincia così la sinossi del poliziesco di Argentodorato, sugli scaffali da gennaio 2023, firmato Sergio Sinesi.
Le premesse e le aspettative sono dunque molto alte e, per Oltre le colonne, andiamo subito a conoscere l’autore e a scoprire qualche nuovo aspetto di Il segreto di Lübeck.
Ciao, e benvenuto su Oltre le colonne. Cominciamo dalla domanda più difficile: chi è Sergio Sinesi e perché dovremmo leggere Il segreto di Lübeck?
Sono uno che ama molto leggere e che a un certo punto della sua vita ha deciso di mettersi a scrivere. Sono già al sesto romanzo di cui tre pubblicati. Nei miei romanzi faccio entrare il mio mondo: musica, poesia, natura, storia e tecnologia.
Perché leggere Il segreto di Lübeck? Perché c’è una matassa da dipanare. E questo è pane per chi ama il genere poliziesco. C’è una storia che parte da lontano, da una lettera di Lübeck del 1791 e sfocia nel mondo attuale, nel dominio della tecnologia sulla vita di ogni giorno. Vi è l’intreccio tra un mondo classico segnato da melodie bachiane e la cruda realtà di omicidi di prostitute e scienziati dediti allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. Credo siano elementi sufficienti a stimolare il lettore e spero di averli condensati per il piacere della lettura.
Ovviamente senza fare spoiler e alimentando la nostra curiosità ci racconti il tuo libro?
La vicenda si svolge ai nostri tempi. Solo che per arrivare alla soluzione si dovrà partire dai tempi di Bach. Tempi in cui viveva J. M. Lübeck, un violoncellista che ha la sfortuna di riconoscere l’assassino del suo migliore amico. Per paura fugge da Lipsia, e fuggirà per tutta la vita ogni qualvolta leggerà della morte di un musicista cui, accanto al cadavere, ci sarà come firma un bigliettino con il numero consecutivo di una Variazione Goldberg. Prima di morire scriverà una lettera, che fortunatamente troverà un ispettore di polizia del Terzo Reich che sta indagando su un gerarca nazista, e lo aiuterà a risolvere i casi di altre esecuzioni accadute a quei tempi.
Oggi quella lettera è nelle mani di Georg Bauer, figlio di quell’ispettore zelante, che la mostra a un commissario di polizia a dimostrazione che delitti più recenti recano la stessa firma. I morti oggi sono scienziati dediti allo sviluppo di un’Intelligenza Artificiale capace di interagire con l’uomo. Ma ormai siamo giunti alla 30a Variazione e il killer si premura di avvisare: ‘Cercando troverete’. Trovare il legame tra i delitti iniziati nel 18° secolo a oggi sarà compito del nostro commissario.
Quanto ci hai messo a scrivere Il segreto di Lübeck? Hai dovuto studiare?
Ho impiegato più di un anno e quasi altrettanto per rilettura, correzioni e ripensamenti. Ho dovuto conoscere Johann Sebastian Bach e il suo tempo, in quanto le sue Variazioni Goldberg sono al centro di questa narrazione. Ma ho dovuto anche tenermi aggiornato sull’Intelligenza Artificiale la quale sta facendo passi da gigante per entrare nelle nostre vite.
Spesso sostengo che non si può scrivere senza leggere: cosa c’è sul tuo comodino?
Dalla lettura uno scrittore impara molto e spesso da lì scatta la scintilla per una nuova storia. Sul mio comodino c’è un po’ di tutto perché leggo romanzi, saggi e poesie. Ora mi sto preparando a una nuova storia che è incentrata nel nostro Risorgimento, quindi sto leggendo libri di storia, gli usi e costumi di quel periodo. Ma non nascondo che Il segreto di Lübeck possa avere un seguito, ci sto pensando.