Francesca Crippa, esperta e Docente di Comunicazione, si racconta

Una persona in costante ricerca e cammino, acuta e profonda osservatrice del mondo che la circonda, Docente nell’ambito della Comunicazione, Communication Manager per aziende nazionali e internazionali, Copywriter per agenzie pubblicitarie, di pubbliche relazioni e comunicazione digitale e, tra le altre cose, anche scrittrice. Lei è Francesca Crippa e la conosciamo meglio in questa intervista.

Francesca, quanto è importante per te l’energia che ci circonda e che riusciamo a emanare?

Tutto è energia. Saper cogliere e trasmettere energia è un motore potente che muove le nostre azioni sia nella quotidianità, sia in contesti più ampi e strutturati.

Il tuo libro La vita resta negli occhi, pubblicato con Chance Edizioni per la collana ScritturaSpontanea e il tuo blog: cosa ci racconti di loro?

Prima è nato il blog, “Io ti scrivo alle 18”, con l’intento di portare alle persone un appuntamento quotidiano di breve lettura abbinato a una mia fotografia, che potesse essere spunto di riflessione e condivisione emotiva. Dopo qualche anno, grazie alla collaborazione con la casa editrice Chance Edizioni, 82 racconti sono diventati una raccolta dal titolo, appunto, “La vita resta negli occhi”, un caleidoscopio di sensazioni, pensieri, attimi in cui i lettori possono di volta in volta immedesimarsi.

Ogni racconto sgretola una certezza e una paura, fino ad aprirci verso l’unico modo nel quale vale la pena vivere: pienamente. Come accogli le sfide che la vita ti pone davanti?

Proprio così, appieno. Vivo come “l’agave sullo scoglio” di Montale. Come “la ginestra” di Leopardi. Vivo aggrappata a tutto ciò che mi accade, anche a un terreno scosceso. Che mi rende ancora più resistente, stabile e consapevole.

Siamo in una società che corre a un ritmo elevato, a tratti frenetico. Cosa avremmo bisogno di ritrovare?

Tempo. Soprattutto tempo di qualità, questo è ciò che occorre. Ho sentito e sento numerose persone che affermano di “non aver tempo di leggere” oppure che “perdono il filo” di una lettura più strutturata, perché sopraffatti dalla frenesia delle incombenze di ogni giorno. Così ho voluto concentrarmi su storie di rapida lettura, ma capaci di trasmettere sensazioni, emozioni e contenuti di lunga permanenza.

Sei molto presente sui social, Instagram in particolare. Cosa pensi del loro utilizzo?

L’efficacia di un mezzo dipende dall’uso che intendiamo e sappiamo farne. I social media possono essere tanto utili quanto dannosi. Sta a noi trasformarli in strumenti di valore, un viatico per trasmettere con autenticità quello che siamo e quanto “bene” possiamo apportare alla nostra utenza di riferimento.

In chiusura, hai in previsione di tornare in libreria?

Sto scrivendo un libro che sarà molto legato alla mia professione, conciliando insegnamento e comunicazione.

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