Sono nato debole è il nuovo album di Moonari

E’ uscito su tutte le piattaforme digitali il nuovo album del progetto solista di Giovanni Cosma, in arte Moonari. Il disco, già anticipato dai singoli “Nostalgia” e “Città Del Futuro“, segna un nuovo capitolo per il cantautore che emerge dall’underground romano presentato la sua autobiografia musicale che si compone di debolezze, trasferte all’estero, silenzi e relative soluzioni (meccaniche, in questo caso). Dedicato a chi ha imparato a stare bene, nonostante tutto. 

L’ordine e il filo conduttore di questo disco sono estremamente importanti. Come con “OK Computer” dei Radiohead (“scusa Thom il paragone“, commenta Moonari), i brani partono in un modo, finiscono in un altro e vengono sintetizzati sul finale con l’ultimo pezzo, creando di fatto un concept album: l’inizio di qualcosa di nuovo.

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Realizzare questo disco per me è stato un percorso di 28 anni. Non voglio attaccare il missile su quanto sia stata intensa la ricerca di un proprio linguaggio sia testuale che musicale, ma così è stato. 

Il percorso che ho fatto ha però subìto una battuta di arresto quando, a Londra, ho cominciato ad accusare un principio di sordità. Sono tornato subito in Italia per cercare di risolvere questo problema, che purtroppo però mi aveva già causato grandi danni alle orecchie. Adesso porto gli apparecchi acustici e imparare a portarli è stato molto pesante. L’immenso valore che la musica ha per me, però, mi ha aiutato e mi aiuta ad arginare il problema. Adesso ho un disco finito, a cui ho dato un nome e uscito da poco.

Quindi sto abbastanza da Dio.

Testo e musiche: Moonari
Produzione: Moonari, Daniele Ferreri
Arrangiamenti: Moonari, Daniele Ferreri, Michele Santoleri
Rec & mix engineer: Daniele Ferreri
Master: Andrea Pellegrini
Album registrato presso BDR Studio

Si ringrazia chiunque abbia preso parte alla realizzazione di questo disco:
Leonardo Di Paola, Gabriele Calanca, Giulia Gentile, Carlotta Valle, Serafina Baucken, Angelica Simeoni, Simone Lanzillotti, Aurelio Tarabella, Alessandro Recanati, Emanuele Bono, Vittorio Cosma, Giorgio Michele Longo, Silvia Guzzetta, Claudio Di Cicco

Un ringraziamento speciale ad Antonio Manzini per tutto.

Foto copertine di Angelica Amodio
Grafiche di Lorenzo Micozzi Ferri e Ruben Gandus con SEGMENTO FUTURO

Management by Flamingo Management
Distribuito con ADA Music Italy

BIO:
Giovanni Cosma aka Moonari è un cantautore, compositore e polistrumentista romano nato nel ‘95. Da sempre pendolare tra Roma e Milano, a 21 anni si trasferisce a Londra, dove suona, studia ingegneria del suono e diventa mezzo sordo. Va poi a vivere in via definitiva a Roma nel 2021, luogo da cui non si schioderà mai più.

Moonari sorge dalle ceneri della ex-boyband BASE, gruppo che a causa di differenti vedute e di esose distanze topografiche tra i membri della stessa (Inghilterra-Italia-Austria) si è sciolto, divenendo così un progetto solista nel 2017 a Londra. Il nome Moonari nasce da una storpiatura di Bruno Munari, artista, inventore e designer del ventesimo secolo resosi unico per la sua ecletticità e il suo enorme estro creativo in campi diversi.

Il progetto ha già all’attivo un EP (2016), due album (2018 e 2021) e svariati singoli usciti fra il 2018 e il 2021, tutti autoprodotti e distribuiti autonomamente con DistroKid. Di questi brani si trovano online alcune live session e un paio di videoclip (Sandcastles and Clues, Giocà a Pallone), sempre autoprodotti. L’ultimo disco in inglese, Back Home, è stato presentato (prima dell’uscita online) a Londra in un paio di piccoli locali con una tracklist in forma ridotta.

Moonari ha pronto un disco in italiano di 13 brani (di cui 4 interludi e 1 strumentale), interamente registrato presso lo studio di registrazione romano BDR Studio di Daniele Ferreri, e prodotto e arrangiato da Moonari, Daniele Ferreri e Michele Santoleri. In questo album, rispetto ai precedenti, si sente (oltre che al cambio lingua da inglese a italiano) anche un forte bisogno di leggerezza. Reduce da suite di 7-8 minuti in inglese con strutture molto articolate, il bisogno di vivere la vita con un po’ di leggerezza in più porta il progetto ad accogliere in fase di scrittura dei pezzi che si sviluppano di più in “forma canzone”, arrivando a creare dei brani in italiano in cui il progetto si ritrova. 

L’album nasce in un periodo di transito, che parte da una leggera malinconia nella prima parte dell’album fino ad arrivare a un malessere più radicato sul finale, arrivando poi all’ultima canzone che è come se fosse un’analisi di ciò che si ha appena ascoltato.

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