È in libreria il romanzo d’esordio di Francesco Serra, “L’Albedo”, pubblicato tramite l’accurato lavoro dell’editore Albatros. Un romanzo dalle tinte gialle che esordisce dal ritrovamento di un corpo esanime, ferito da tre segni di arma da fuoco, e che affronta il tema della condizione della donna e della violenza domestica.
Il primo romanzo di Serra si consegna al lettore come un’opera lampante, in primis per la sua brevità, al punto da poterlo inserire, a pieno diritto, tra le forme brevi; ma lampante anche per il modo in cui il lettore viene immediatamente condotto nel vivo della scena.
Prima peculiarità dell’Albedo è quella di cominciare in medias res, quando durante una calda notte di agosto, il Professor Mariani – esperto docente di Medicina Legale alla Statale di Milano – e il Commissario Esposito – rinvengono il corpo di un trentenne che non faticano a identificare. Si tratta infatti di un giovane personal trainer originario della Puglia, morto per “rottura di cuore, provocata dal proiettile che ha ferito la metà sinistra del torace” mentre rincasava dalla palestra in cui lavorava.
L’immediatezza della scena che apre L’Albedo si riversa ben presto nei fatti che hanno preceduto l’omicidio, in particolare nella relazione tra la vittima e Rita, studentessa di appena ventidue anni, di origini sarde ma milanese d’adozione.
Rita divide l’appartamento con Pietro, il fratello gemello; ha una migliore amica con cui trascorre i pomeriggi a fare shopping, Caterina, gli studi in Giurisprudenza che le sottraggono la maggior parte del tempo libero… tuttavia, è come se nella vita di Rita, l’unica persona che realmente conti sia il suo giovane fidanzato, Pierdavide – nonché la vittima dell’omicidio con cui si apre il romanzo.
Con Pierdavide, tuttavia, il rapporto – all’apparenza idilliaco e lontano dai problemi davanti a cui il lettore si troverà procedendo con la narrazione – si mantiene in piedi a fatica, come irrettito dall’inerzia e dalla convinzione che a far da collante siano i sentimenti veri e non invece quel senso di possessione e di appartenenza, al limite del controllo ossessivo, che Pierdavide spaccia per amore.
Rita è a tutti gli effetti la vittima esemplare se ci si addentra nei labirinti della trama del romanzo. È una donna innamorata, giovane e impegnata, che non manca mai di riservare un pensiero agli altri, sempre tesa alla comprensione dell’altro e alla tolleranza del prossimo. Eppure, nel momento in cui da parte del fidanzato Pierdavide riceve il primo gesto di violenza che si spinge oltre l’aggressività delle sue parole, tenta di comprenderlo e quasi di giustificarlo, si dà le colpe per quanto successo, per essere rientrata a casa più tardi del previsto, ora per non aver avvertito il fidanzato di un impegno, ora per il sospetto che lei possa frequentare altri da lui.
“Ma la mente umana è contorta e mentre Rita cammina la sua mente ricasca di nuovo nei pensieri positivi verso Pierdavide. Si focalizza ancora sulle azioni di riconciliazione e pensa a quanto sia stato bello e generoso, da parte sua, perdonare per ricominciare. Perché certe parole, certi gesti d’amore, per Rita contano davvero tanto. Purtroppo Rita non sa che la spiegazione per quelle azioni riparatorie è una spiegazione banale. Che in qualche maniera le sta accanto.”
La storia raccontata da Francesco Serra è molto attuale proprio per la forza e la potenza del problema che si fa carico di raccontare tra le righe del testo.
Non a caso, non si può mancare di segnalare debitamente che i proventi ricavati dalla vendita di “L’Albedo”, grazie a un accordo stipulato tra l’Editore Albatros e l’Associazione Unicef, saranno devoluti per un progetto di istruzione femminile nei paesi sottosviluppati.
Lo stile adottato da Serra, poi, ben accompagna la centralità dei temi sviscerati dall’autore: periodi brevi e lessico quotidiano donano alla storia spessore e credibilità. Tra queste pagine non c’è tempo per riflessioni sterili e grandi divagazioni, tutto ciò che assume importanza e un posto di rilievo nella narrazione è propedeutico al trauma che tiene insieme le pagine, e nulla viene inserito per il solo scopo di allungare la storia.
È come se, chiaro e forte al lettore, appaia l’intento di Serra: raccontare di un problema molto centrale all’interno della società contemporanea, senza la pretesa di proporre soluzioni o letture inedite di un fenomeno marcio, ma col solo scopo di offrire al lettore un affresco di un modo di fare che, purtroppo sempre con maggiore frequenza, relega la donna a posizioni secondarie, dove il rispetto per la sua persona e la sua essenza vengono meno in virtù di una superiorità presuntuosa e del tutto inesistente.
Informazioni su L’Albedo
Titolo dell’opera: L’Albedo
Autore: Francesco Serra
Editore: Albatros Edizioni
Genere: Giallo/Thriller – Racconto breve
Pagine: 65
Link di vendita: https://www.amazon.it/Lalbedo-Francesco-Serra/dp/8830657549