A Oltre le Colonne ospitiamo Elena Salvaterra che ci parla del suo saggio
Ci parli del suo saggio? E’ un libro tecnico, di quelli che si trovano negli scaffali delle librerie universitarie o professionali, difficile trovarlo in una bancarella. Come i precedenti, anche questo libro è utilizzato dagli studenti universitari italiani e stranieri. Lo si trova nella library di Stanford, come nella biblioteca dell’Università degli studi di Milano.
Purtroppo, però, ciò non è stato sufficiente per avere il riconoscimento di una cattedra in università in Italia. Il libro affronta temi etici e giuridici attuali legati all’impiego dei materiali biologici per ricerca. In particolare, l’ultimo capitolo, riassume i quesiti essenziali posti dalla human fabrication vale a dire dalla fabbricazione di tessuti e organi in 3D per scopi di cura e ricerca. Tale argomento è quello su cui desidero soffermarmi in quanto, pur sembrando fantascienza, è una realtà in divenire. Non si può escludere che, nell’arco di un decennio, esisteranno, non solo negli ospedali, laboratori specializzati nella fabbricazione di biocostrutti cellulari in 3 dimensioni costruiti ad hoc per il singolo paziente. Tale prospettiva richiede attenzione etica e giuridica.
Come è arrivata alla pubblicazione del suo libro? Dopo vicende personali tragiche, ancora in essere, sono arrivata alla naturale pubblicazione di questo libro che, per lo più, riprende lavori pubblicati in passato su riviste scientifiche. Una collezione o compilation che riassume tanti pezzi di vita, professionale e non. Un libro-bilancio con lo scopo di essere d’aiuto a livello di riflessione etica e giuridica ma soprattutto esistenziale.
Come valuta l’influenza e l’importanza delle reti sociali e della tecnologia per un autore che pubblica al di fuori dei colossi dell’editoria? Essendo un libro tecnico, si vende discretamente. Certo non si diventa milionari ma si alimenta un mercato discreto, di nicchia. Tali ritorni permettono di acquisire motivazioni sufficienti a continuare nel proprio percorso.
I prossimi lavori? Come prima accennato, mi piacerebbe dedicarmi a un saggio interamente centrato alla fabbrica degli umani che metta insieme componente scientifica, etica e artistica. Una sorta di libro di filosofia della scienza e dell’arte. Continuerò con lo studio della fotografia e le mostre finalizzate a raccogliere fondi per la ricerca in ambito oncologico.