Ieri 19 gennaio in occasione dell’inaugurazione della mostra Eroi? al Campus Reti la Giuria ha proclamato Enrico Antonello vincitore del Decimo Premio Cramum per l’arte contemporanea in Italia. Seconda classificata Betty Salluce, terzo classificato Guido Mitidieri. Le opere rimarranno in mostra fino al 30 maggio. La mostra personale del vincitore si terrà a luglio a Mercato Centrale Milano.
Enrico Antonello, nato a Castelfranco Veneto nel 1995, ha vinto la Decima Edizione del Premio Cramum con l’opera “Words. Are just words?”. Oltre al cubo simbolo del Premio Cramum, vince una mostra personale al Mercato Centrale Milano dal 17 luglio al 29 agosto.
La proclamazione ha avuto luogo ieri, 19 gennaio 2024, presso il Campus Reti di Busto Arsizio in occasione dell’apertura della mostra “Eroi?” curata da Sabino Maria Frassà, direttore del Premio. La mostra rimarrà aperta fino al 30 maggio e vedrà protagoniste le opere dei dieci finalisti – Enrico Antonello, Mattia Barbieri, Giulio Boccardi, Gisella Chaudry, Edson Luli, Simone Mazzoleni, Monica Mazzone, Guido Mitidieri, Caterina Roppo, Betty Salluce – al fianco di quelle dell’artista “maestro dell’anno” (fuori concorso) Francesca Piovesan.
Come spiega il Direttore del Premio Sabino Maria Frassà, «Enrico Antonello ha vinto per la sua capacità di interpretare il tema dell’anno, ovvero “chi è l’eroe?”, indagando in modo originale e compiuto la precarietà dell’essere umano e il significato più profondo di eroismo culturale – oltre che morale – così pregnante al giorno d’oggi. Tra responsabilità individuali e collettive, congiunture fragili e complesse, riusciamo a capirci sempre con più difficoltà finanche a non riuscire più a “sentire” e comprendere le nostre proprie parole».
L’opera “Words. Are just worsd” è così spiegata dall’artista: “Luce, suono e moto sono i tre aspetti principali, e ricorrenti della mia ricerca artistica. Le mie installazioni multimediali presentano aspetti legati al mondo del settore industriale, con riferimenti sia estetici sia funzionali che ritroviamo nelle correnti architettoniche del Decostruttivismo e del Brutalismo. Rifletto su che cosa voglia dire fare pittura oggi, andando a scardinarne non solo la bidimensionalità, quanto l’uso del mezzo espressivo che le è proprio. In particolare, lavoro con materiali che non sono stati fabbricati per la pittura e in questo modo li decontestualizza, evocando il ready-made duchampiano. Grazie ad essi e alla presenza di microcontrollori vi è un inserimento del tempo e del suono, come dimensione fruibile del lavoro in maniera analogica. L’opera dà così vita a un complesso di fonemi, cioè di suoni articolati e la relativa trascrizione in segni grafici mediante i quali l’essere umano esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase”.
Seconda classificata è risultata essere Betty Salluce con l’opera “Sama” che è una sorta di “duplice ritratto”: quello di un eroe, una ragazza siriana da cui l’opera prende il nome, ma anche quello di una Nazione che dal 2011 è devastata dalla guerra civile. Come spiega l’artista “la mano si abbandona, si mostra nel suo aspetto più intimo, racconta il passato e promette un futuro. I ricami colorati spezzano le tonalità fredde di cui l’opera si compone, andandosi ad intrecciare con le “linee della vita”, che nella cultura popolare rappresentano la vita nelle varie fasi che questa attraversa. L’opera le moltiplica, ne cambia i percorsi, attraverso i ricami, dona a Sama tutte le vite possibili”.
Terzo classificato è stato votato Guido Mitidieri con “Agonia dell’indentità”. L’opera è così illustrata dall’artista: “Se è vero che il significato determina il senso dell’agire, il significato di estensione maggiore che è in grado di racchiuderli tutti è il significato “cosa”. Infatti ogni cosa è qualcosa, e nella nostra interpretazione tutto ciò che è, è solo temporaneamente ciò che esso è. Solo in questa oscillazione gli uomini e le donne possono sognare di trasformare la realtà, poiché solo ciò che è provvisoriamente si presenta come disponibile al cambiamento. L’opera “Agonia dell’Identità” raffigura con l’elemento visivo della linea l’ambiguità di questa dimensione. La tecnica è penna a sfera Bic di colore nero su cartoncino vegetale esposto ai raggi del Sole.”
Le opere sono state votate da una Giuria di eccellenza composta da: Marzia Apice, Valentina Ardia, Elsa Barbieri, Loredana Barillaro, Letizia Cariello, Giuseppe Casarotto, Jacqueline Ceresoli, Carolina Conforti, Paola Coppola, Camilla Delpero, Alberto Di Fabio, Riccardo Fausone, Raffaella Ferrari, Antonio Frassà, Rosella Ghezzi, Pier Luigi Gibelli, Gian Luca Granziera, Maddalena Labricciosa, Veronica Lempi, Andrea Lesina, H.H. Lim, Claudio Marenzi, Andrea Margaritelli, Ilaria Mauri, Franco Mazzucchelli, Marco Miglio, Fulvio Morella, Annapaola Negri-Clementi, Arianna Panarella, Ilenia e Bruno Paneghini, Federico Pazzagli, Mauro Perosin, Francois-Laurent Renet, Giulia Ronchi, Elisabetta Roncati, Alessandro Scarano, Carolina Trabattoni, Massimiliano Tonelli, Valeria Vaselli, Maurizio Zanella, Emanuela Zanon, Paolo Ziotti.
Il premio e la mostra sono resi possibili dalla collaborazione con Reti SpA, Mercato Centrale Milano, Cave Gamba, Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, Associazione Marmisti della Regione Lombardia, The Art Talk, Cantina Giacinto Gallina e Ama Nutri Cresci.
“EROI?”
a cura di Sabino Maria Frassà
Artisti in mostra: Enrico Antonello, Mattia Barbieri, Giulio Boccardi, Gisella Chaudry, Edson Luli, Simone Mazzoleni, Monica Mazzone, Guido Mitidieri, Francesca Piovesan, Caterina Roppo, Betty Salluce.
Campus Reti, Via Giuseppe Mazzini, 11, 21052 Busto Arsizio (VA)
20 gennaio – 30 maggio
Per visitare la mostra dopo l’opening sarà necessario registrarsi a questo link: https://reti.it/visita-campus-reti/
Promosso da Cramum & Reti SpA
Info mostra: infocramum@gmail.com