LEGRU è un power trio proveniente dal lago di Como: anima Pop, cuore Punk, atmosfere Urban.
Nel 2023 la band inizia la produzione e registrazione del primo LP insieme al producer Andrea Pachetti (Zen Circus, Emma Nolde, Brunori Sas, Dente).
Nel 2024 il gruppo entra a far parte del roster dell’etichetta indipendente Matilde Dischi.
Come vi siete incontrati e cosa vi ha spinto a formare la band?
Risponde Matteo (Cattaneo), bassista: “Viviamo tutti e tre in provincia di Como. Io e Nicolas (Ardino) ci conosciamo da tempo per la nostra professione di insegnanti di musica. Mentre lui e Alberto (Zerbi) hanno condiviso precedenti esperienze musicali. Ci siamo “corteggiati” a vicenda per un lungo periodo fino a che, un paio d’anni fa, abbiamo ceduto alle reciproche lusinghe.” (ride)
C’è una storia interessante dietro la scelta del nome della vostra band?
“Non proprio; quando è stato il momento di scegliere abbiamo pensato servisse qualcosa di corto, possibilmente musicale e LEGRU ci è sembrato presto adatto (articolo determinativo annesso); ce lo siamo sentito addosso. In aggiunta, la gru nella simbologia orientale è considerata un animale iconico, in quanto portatrice di prosperità, fortuna e lunga vita, oltre a essere associata alla lealtà, all’onore e alla forza. Tutti concetti in cui ci ritroviamo.”
Quali artisti o band vi hanno maggiormente influenzato nella vostra musica?
“Ci vorrebbe troppo tempo per rispondere a questa domanda. Ascoltiamo così tanta musica da essere continuamente bombardati da spunti. Posso dire che non abbiamo un artista di riferimento, ne un genere a cui rifarci. Lo stile di scrittura di Nicolas è costantemente ispirato dai grandi cantautori del passato, strizzando l’occhiolino alle nuove generazioni, mentre la sezione strumentale è assoggettata alla direzione artistica del momento, senza preclusioni di sorta. Di sicuro c’è la volontà di mantenere una sonorità che possa rispecchiarsi nelle produzioni del momento.”
C’è un messaggio o un’emozione che sperate di trasmettere attraverso questo singolo?
“Hanno Riaperto Le Discoteche” è una canzone che mette in evidenza due sentimenti: L’inadeguatezza, che spinge a evitare la socialità e il divertimento, e l’amore, una luce accesa nella notte, rassicurante e sempre presente nonostante “un mare di guai”.
Avete intenzione di esplorare nuovi generi musicali nei vostri prossimi progetti?
“Ora bisogna consolidare il lavoro svolto fino a questo momento, con il lancio di una manciata di singoli, capitanati appunto dalla nostra prima uscita “Hanno Riaperto Le Discoteche”, i quali anticiperanno la pubblicazione del nostro disco d’esordio in programma per il prossimo autunno. Il tutto seguito da una nutrita attività live. Detto questo, siamo già alle prese con del nuovo materiale; la direzione artistica è in costante evoluzione e fervida è la nostra creatività. Il progetto è assolutamente aperto alla contaminazione, senza però perdere alcuni aspetti caratterizzanti, come la vena indie, il cuore punk e le atmosfere urban.”