La storica band trevigiana ESTRA, tornata sulle scene dopo oltre vent’anni di assenza discografica con il recente album “Gli anni Venti” (moonmusic/Freecom), vince la Targa MEI / PIMI – Premio Italiano Musica Indipendente nella categoria “Miglior Artista Indipendente dell’Anno”.
Un riconoscimento prestigioso per la band di Giulio Casale che ritirerà il premio sabato 5 ottobre sul palco centrale di Piazza del Popolo di Faenza durante il prossimo MEI – Meeting degli Indipendenti.
“Gli anni Venti”, realizzato grazie ad un crowdfunding di enorme successo, è un disco duro e diretto, politico e coraggioso, rock nel senso più letterale del termine, con testi profondi, poetici e ispirati che ricreano un pericoloso e inquietante parallelismo tra questi nostri anni Venti e quelli del secolo scorso, preludio ad uno dei momenti più bui e tragici della nostra storia.
Il PIMI – Premio Italiano Musica Indipendente rappresenta uno dei più longevi e credibili riconoscimenti nell’ambito del panorama musicale indipendente italiano. Una giuria di altissimo livello, presieduta e coordinata dal giornalista Federico Guglielmi, che nel corso di questi anni ha consegnato le targhe ad artisti quali Afterhours, Colapesce & Dimartino, Baustelle, Brunori Sas, Le Luci della Centrale Elettrica, Massimo Volume, Marco Parente, Zen Circus, Riccardo Sinigallia, Paolo Benvegnù, Max Manfredi, Iosonouncane, Il Teatro degli Orrori, Cesare Basile e molti altri.
Dicono de “Gli anni Venti”:
– “Gli Estra sono tornati dagli Anni ’90 per resistere, resistere, resistere alla grande regressione” (Rolling Stone)
– “Gli anni Venti” è la più brillante rentrèe che si sarebbe potuta immaginare per uno dei più grandi gruppi rock che l’Italia abbia mai partorito” (Blow Up)
– “Chitarre graffianti e gentili… testi impegnati… un ottimo rientro a passo deciso sulla scena” (Rumore)
– “Un disco politico, con suoni cupi e ipnotici per un Alt-Rock monumentale” (Rockerilla)
– “Una scrittura che lascia il segno e un suono che non dà scampo. Se ne sentiva la mancanza” (Buscadero)
– “Il quartetto dimostra che la resistenza culturale è possibile e ci riporta anche a un’altra stagione, quella felice, del rock italiano indipendente anni Novanta” (Alias / Il Manifesto)
– “Un disco che ha un legame con il passato ma allo stesso tempo è un passo avanti e soprattutto un tuffo nel presente… un disco politico, implacabile, un atto di denuncia” (Rockol)
– “Gli anni venti va ascoltato a palla in cuffia e la voce di Giulio Casale è uno dei beni immateriali della musica italiana” (L’Isola che non c’era)
– “Gli Estra tornano e decidono di abbandonare ogni velleità di simbolismo: è tempo di guardare in faccia la realtà così com’è, nuda e cruda, spietata” (Onda Rock)
– “Rock chitarroso, retto da un ritmica solidissima e duttile, che accompagna la voce calda di Casale” (Sentireascoltare)
– “Un album che va controcorrente. Pungente, ribelle, profondamente rock” (IndieForBunnies)
– “Uno dei migliori dischi italiani di questo 2024” (Distopic)
– “Questi anni di silenzio sono serviti per maturare e per tornare più ispirati che mai. Ne avevamo bisogno della voce libera e corrosiva degli Estra” (Blogfoolk)
– “Testi che colpiscono nel segno… musica strepitosa, energica, coinvolgente che rappresenta in modo degno il miglior rock italiano degli anni più recenti” (Tutto Rock)
– “Ci sono dischi che suonano come sveglie della ragione. Sono merce sempre più rara e sempre più necessaria” (Loudd)
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