“Lucchetti con le ali”. Un quadro dell’Italia durante la pandemia. Quando la poesia profuma di libertà

Ansia, chiusura e oppressione, ma anche voglia di libertà ed evasione. Sono i “Lucchetti con le ali” di Maria Cristina Casa, silloge pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore, che raccoglie liriche scritte dal 2019 al 2023, quindi, anche gli anni caratterizzati dal Covid. A questo allude, infatti, il titolo, in cui risulta evidente la consonanza tra le parole “Lucchetti” e “Lockdown”. Altrettanto chiara è l’idea espressa dalle “Ali”: in quel momento storico ognuno ha trovato il modo di reagire, in se stesso, in diverse attività pratiche ma anche nella creatività e nella poesia. Come nel caso dell’autrice Maria Cristina Casa, nata a Roma, insegnante di materie letterarie in un liceo classico, che ha voluto imprimere nero su bianco un quadro dell’Italia negli anni 2019-2023, che mirano a diventare un inno di speranza, come dimostrano anche i colori accesi della copertina. E come raccontano i versi resilienti e spensierati – alcuni di essi contemplano la bellezza della Natura – che si alternano a poesie dal pessimismo più sconsolato.

«Si tratta di “fotografie” in bianco e nero – spiega la poetessa, alla sua quinta pubblicazione, con la passione per la scrittura sin da bambina -, che raccontano particolari atmosfere che vanno dal più cupo senso di angoscia (dovuto alla pandemia) al più profondo desiderio di leggerezza (reazione all’angoscia). Il mare, la fede e l’arte sono i tre poli positivi intorno a cui ruota la capacità di resilienza». Secondo l’autrice è possibile raggiungere un equilibrio e “sublimare” l’oscillazione della vita tra il bene e il male solo cercando l’infinito, il bello assoluto. «Questo si raggiunge con la fede e con l’arte, nella sfera della creatività, intendendo l’artista come una terrena proiezione di Dio, creatore per eccellenza».

Lo stile di Maria Cristina Casa è fortemente guidato dalla volontà di trasmettere un’atmosfera, un mood. A ciò devono concorrere la musicalità e il ritmo del verso; ritmo più lento per le poesie più cupe o più distese e riflessive, e più veloce per quelle più allegre e festanti. Importanti per questo scopo, le figure di suono, come assonanze, consonanze ed allitterazioni, utilizzate più spesso delle rime. Ma anche le figure retoriche come metafore e sinestesie. L’uso della punteggiatura è prevalentemente espressivo, con una particolare attenzione alla cura della chiusa, spesso ad effetto.

«Gli elenchi delle parole – scrive, nella Prefazione, Cosimo Damiano Damato, regista e sceneggiatore italiano, attivo soprattutto nel mondo del teatro – formano un monile da indossare come cura, per proteggersi da ogni nostalgia. Sequenze di un film scritto di notte in quel mondo parallelo dove tutto è possibile, anche i desideri scartati e mischiati ad una tempesta di carta. Un poeta sa sempre da che parte ritrovare la direzione del porto, anche sotto le tempeste».

I versi di questa silloge profumano di libertà e vogliono trasmettere al lettore ottimismo e fiducia, anche nei momenti più difficili. «Possiamo allargare i nostri orizzonti – conclude Maria Cristina Casa – e liberarci delle nostre negatività soprattutto con la fruizione delle altrui opere. Con la nostra scrittura, possiamo invece dis-trarci (quindi liberarci) dalle angustie del momento che viviamo, ma riversiamo sempre e comunque, nella nostra penna, tutto ciò che è il nostro mondo interiore, nel bene e nel male».

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