Utopia Gym

Video Sound Art, festival e centro di produzione di arti contemporanee, in occasione della terza edizione del festival culturale INCONTRO organizzato da VIDAS, cura e produce la performance Utopia Gym di Marilisa Cosello in programma il 19 ottobre presso la Palazzina dei Bagni Misteriosi del Teatro Franco Parenti di Milano.

VIDAS, associazione che dal 1982 offre assistenza sociosanitaria in cure palliative gratuita a persone di tutte le età con malattie inguaribili, promuove l’appuntamento dedicato alla sensibilizzazione e divulgazione sul più ampio pubblico dei temi legati all’etica del fine vita, che quest’anno è dedicato a un tema attuale e sfidante: paura e libertà.  

Il programma di VIDAS propone tre giorni di incontri, con dialoghi, lectio, laboratori, mostre e performance ai quali Video Sound Art partecipa con il progetto Utopia Gym, un appuntamento che anticipa l’apertura della XIV edizione del suo omonimo festival in programma dal 24 al 27 ottobre a Milano.

L’artista Marilisa Cosello risponde all’invito e al tema promosso da VIDAS, che quest’anno indaga il binomio tra paura e libertà, con una nuova produzione firmata Video Sound Art che torna ai Bagni misteriosi per la seconda volta dopo la mostra di Yuri Ancarani del 2017.

Nelle performance dell’artista è centrale la partecipazione del corpo: guardando alla società come a una famiglia e al privato come a una collettività, Cosello conduce un‘indagine su diverse forme di potere analizzandone l’impatto sulla storia personale e delle comunità. Come spesso accade nelle opere di Cosello, in Utopia Gym viene messo in scena uno sport che decontestualizzato acquisisce significati diversi. 

Atlete professioniste della FGI – Federazione Ginnastica d’Italia di ginnastica artistica eseguono sequenze di esercizi non convenzionali. Il ritmo è scandito da una composizione sonora a partire dai suoni preregistrati dei movimenti e dei respiri delle atlete in dialogo con una nuova opera video in cui sono colte nel momento più intimo del sonno. Il corpo viene rimosso dalla sua funzione esclusivamente performativa e reintrodotto nel contesto della vulnerabilità e della cura. La palestra utopica diventa il microcosmo di una società ideale, dove il corpo è libero di esprimersi oltre i limiti imposti dalle aspettative sociali e politiche e di produrre l’errore. 

Il progetto, a cura di Laura Lamonea e prodotto da Video Sound Art, è un invito a una possibile riconnessione con la propria fisicità, con i suoi limiti e le sue possibilità, così come sostenuto dal preziosissimo lavoro di VIDAS. 

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