Li ricordiamo i Subbuglio!, quel pop fermo e preciso, che oggi in parte si evolve, sposa vedute nuove, digitali… Roberto Grossi si stacca e percorre la sua strada solista con un primo lavoro dal titolo “Le stelle della sera” che tanto devono a nomi come Battiato o Mango o, ascoltato da alcune angolazione, a progetti più indie come Syberia o Baustelle. Siamo sul pezzo e cerchiamo di saperne di più:
Una produzione che ospita Lisa Brunetti alla direzione artistica: posso chiederti perché questa scelta?
Ho ascoltato alcune sue produzioni in cui utilizzava arrangiamenti elettronici e ho trovato straordinario il suo talento e dato che volevo fare sperimentazioni in questa direzione,
ho deciso di affidarle gran parte degli arrangiamenti e lei ha saputo tradurre alla perfezione quello che avevo in mente.
Eppure da Helle ci saremmo attese soluzioni decisamente meno classiche… il risultato di questo disco invece richiama moltissimi scenari del recente passato, non trovi?
Volevo che l’elettronica avesse un ruolo emozionale importante e i suo arrangiamenti riescono in pieno in questo intento: non mi preoccupo più di tanto di quali scenari richiamano.
Non hai pensato di spaziare oltre a quello che la critica chiamerebbe “space pop”?
Non mi pongo mai modelli da seguire o etichette in cui inserire quello che faccio: mi muovo istintivamente cercando di essere più fedele possibile alle emozioni che intendo trasmettere.
E visti i tempi trattati spesso, non hai pensato ad un ritorno all’origine di suoni acustici, semplici… un po’ come ha fatto proprio Helle nel suo ultimo disco?
Questo album va in un’altra direzione. Il prossimo non te lo so ancora dire ma sono molto intrigato dal proseguire sull’accostamento di sonorità acustiche e tradizionali a sperimentazioni elettroniche, anzi vorrei esaltare ulteriormente questa miscela ed i suoi contrasti. E poi chissà, forse anche Helle potrebbe un domani sorprenderci con un suo lavoro nuovamente elettronico!
