“A occhi chiusi”: i giochi di design IED a Maker Faire

Giocare per imparare, rigorosamente bendati, sperimentando l’apprendimento attraverso tutti i sensi a eccezione della vista, che in seguito al progresso tecnologico è sempre più soggetta a iperstimolazione da parte dei più piccoli.

È questo il lavoro che l’Istituto Europeo di Design di Roma porta in scena alla prossima edizione di Maker Faire Rome, il più importante evento europeo dedicato all’innovazione. In particolare, studentesse e studenti del corso di Laurea in Product Design, supportati dalla designer e artista non vedente Lucilla D’Antilio e guidati dal docente Mauro del Santo, hanno ideato e realizzato undici giochi da fare a occhi chiusi, destinati prevalentemente a bambini, ma sperimentabili da tutti.

L’obiettivo è quello di esplorare il valore che il mondo dei sensi può rivestire nelle pratiche educative, fungendo da canale di stimolo per la cognizione, le emozioni e per l’apprendimento nei bambini.

L’uso di giochi e strumenti didattici che stimolano sensi diversi rappresenta per IED un’opportunità significativa per un apprendimento più inclusivo e personalizzato.

Inoltre, con l’uso sempre più frequente di dispositivi che prediligono l’uso della vista, il progetto ‘A occhi chiusi’ vuole contribuire a ricostruire una consapevolezza su come tutti i sensi concorrano a uno sviluppo sano e creativo. Infine, il lavoro vuole offrire soluzioni per pratiche educative alternative che potrebbero rivelarsi preziose per l’apprendimento in bambini con difficoltà cognitive e disturbi specifici. Può infatti capitare che i metodi tradizionali di insegnamento nelle scuole non rispondano adeguatamente alle esigenze specifiche di questi bambini, generando frustrazione e demotivazione in un contesto già molto difficile.

In occasione della dodicesima edizione di Maker Faire 2024, IED presenta quindi i risultati di questo lavoro, e offrirà ai partecipanti la possibilità di provare gli undici prototipi e di partecipare direttamente alla sperimentazione.

Questo permetterà ai giovani designer di osservare gli effetti sul pubblico e rivedere le proposte con l’auspicio di renderle concrete ed efficaci, così da poterle proporre ad aziende specializzate nel settore.

A occhi chiusi nasce per riconoscere l’importanza di tutti i sensi e di non dare per scontato che sia solo la vista a orientarci nel mondo che ci circonda”, commenta Mauro del Santo, docente e coordinatore del progetto. “Vogliamo sottolineare come la stimolazione sensoriale nel gioco rappresenti una porta principale d’accesso alla conoscenza e un elemento cruciale per l’apprendimento. Attraverso l’attività ludica, infatti, i bambini affinano la loro capacità di percepire e interiorizzare le informazioni provenienti dall’ambiente, e attraverso l’autonomia e la scoperta acquisiscono indipendenza e fiducia in sé stessi”.

“A occhi chiusi”: alcuni giochi proposti in Fiera

Attraverso i giochi proposti, “A occhi chiusi” cerca di dare spazio ai bambini per esprimere la loro creatività e curiosità naturale. Le soluzioni prevedono l’uso di materiali stimolanti, forme piacevoli e regole di gioco semplici ma sfidanti pensate per attivare la fantasia, permettendo di esplorare e creare in modo spontaneo.

Gli undici progetti, pensati per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini attraverso la stimolazione sensoriale, abbracciano in particolare la capacità multisensoriale di percezione dello spazio, le diverse dimensioni della memoria – olfattiva, tattile e sonora – e i molteplici linguaggi espressivi che possiamo attivare con tutti i sensi, soprattutto il tatto, non limitandosi alle sole mani.

Ad esempio, il progetto Bare Foot, che propone l’attività di manipolare o ricostruire mentalmente forme senza vederle, e che può aiutare i bambini a comprendere meglio concetti matematici complessi e potenziare capacità di memoria non visiva. Per i bambini con dislessia, IED propone il gioco All in Five, che combina forme e movimenti per stimolare la capacità di riconoscere e ricordare lettere e parole. Ancora, Mani di Mare, un’avventura tattile per salvare l’oceano dai rifiuti e mettere in salvo le creature che lo abitano. Ogni giocatore indossa una benda sugli occhi e immerge le mani nella scatola, dove incontrerà animali marini nascosti tra i rifiuti plastici. L’obiettivo è ripulire il mare senza disturbare gli animali nel loro habitat naturale.

La squadra IED presenterà inoltre in anteprima un’evoluzione di alcune delle proposte sviluppate dai ragazzi arricchite dal contributo scientifico del personale del MUSE (Museo delle Scienze di Trento), con il quale IED collabora per lo sviluppo e la divulgazione di questo progetto.

DESIGN FOR CHILDREN: IED punta sull’incontro tra pedagogia e design

Il progetto ‘A occhi chiusi’ si sviluppa nell’ambito di un più ampio filone di ricerca nel campo del Design for children, che l’Istituto Europeo di Design (IED) ha iniziato a investigare avvicinando le discipline del design alla pedagogia e al mondo della scuola e che prevede l’avvio di un Master specifico per il prossimo anno accademico. Un lavoro di ricerca strategica che si avvale del supporto delle principali organizzazioni italiane che si occupano di pedagogia come Fondazione Montessori e Reggio Children, dell’azienda tecnologica Arduino e delle istituzioni museali impegnate nella sperimentazione di attività educative e culturali per i bambini, come il MUSE di Trento. L’obiettivo è di promuovere la cultura del progetto per lo sviluppo di spazi, prodotti e contenuti multimediali destinati ai bambini, valorizzando le opportunità che il design può offrire per il loro benessere e l’inclusività.

Il filone di ricerca “Design for children” sarà esplorato anche durante la Maker Faire 2024 con il talk “Design for children: designer e pedagogisti a confronto”, previsto sabato 26 alle 13:30 nella Sala 41: quattro progetti di interni e prodotti dedicati all’infanzia, sviluppati da designer diplomati allo IED saranno commentati dal presidente di Fondazione Montessori Andrea Lupi e dai coordinatori del Master in Design for Children Laura Negrini e Mauro Del Santo, i quali si confronteranno con gli autori sul valore pedagogico dei progetti.

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