Silenzio d’amante
Ti ho amata per la tua voce, inattesa…
no, non che cantassi o dicessi una parola…
una parola…
una parola…
Silenziosa amante e compagna dei grigi pomeriggi,
e nelle poche serate libere
in cui scappavi dal tuo carceriere:
l’amore non è un accessorio…
ma poi il vento ti rapì, ti alzò, ti portò via,
quel vento così diverso dal solito, così caldo…
t’ho amata per la tua voce
ma non so se saprei ricominciare, ora,
così, all’improvviso…
Dicesti: “Riprendiamo da dove lasciammo…
non c’è più quel maligno vento caldo, adesso,
ma solo amore, cuore incrinato
e tempesta nell’anima…
Ricominciamo dall’inizio, se preferisci,
nello stesso modo,
stesso modo,
stesso modo…”
Soave come la brezza settembrina
nelle prime luci dell’alba,
L’amore è bello per chi lo vive,
per chi sa amare e sa cosa significa…
Un bacio è solamente la postilla dell’affetto,
e tu questo sembrasti non capirlo…
né da sola, né con me. Un sussurro.
Un tuffo al cuore e riniziai a vedere. anzi, iniziai, finalmente, a vedere, a vederti schiava di tutti e tutto, anche di te stessa…
nessuno, piccola scatola vuota,
oca giuliva in un gioco più grande di te,
nessuno al mondo può farti capire ciò che non vuoi: ma che donna sei, che donna eri?!
ed io, io che uomo sono, che uomo ero,
che uomo… sarò?
di Stefano Labbia