Via Nazionale – Con la breccia di Porta Pia l’Italia si completa il processo dell’unità nazionale. La casa Savoia vuole una capitale che regga il confronto con la città classica e con quella dei papi. La “Terza Roma” è tutta da costruire per poter diventare il vero centro del nuovo Stato Unitario. I governi cercano di provvedere alle esigenze reali e immediate della capitale. La costruzione di Via Nazionale rientra in questo progetto di risanamento urbanistico che investì la città di Roma nella seconda metà del XIX sec. L’area apparteneva a Monsignore Francesco Saverio De Merode, pro ministro delle Armi Pontificie durante il pontificato di Pio IX. Il progetto iniziale di De Merode era quello di realizzare una via intorno ai suoi possedimenti per portare i pellegrini da Termini al Vaticano, ma vi riuscì solo in parte aprendone un piccolo tratto chiamato Nuova Pia in onore di Pio IX.
Spetta al Comune di Roma il merito di ultimare questo progetto dopo aver stipulato una convenzione con De Merode acquistando tutte le aree edificabili del complesso. La via prese allora il nome di Nazionale e avrebbe dovuto iniziare da Piazza Esedra con un grandioso arco in onore del re Vittorio Emanuele II, ma alla morte del re gli fu preferito il Vittoriano (Altare della Patria). Lungo la via trovarono ospitalità numerosi monumenti di pubblica utilità : il Palazzo delle Esposizioni, il Teatro Eliseo, la sede della Banca d’Italia, la Chiesa di S. Paolo entro le mura, la Chiesa di S. Vitale.
Palazzo delle Esposizioni, costruito su progetto di Piacentini a spese dello Stato e su concorso del Comune di Roma, è da considerarsi il primo concorso della storia d’Italia per l’erezione di un edificio pubblico. Adibito ad ospitare le mostre d’arte contemporanea per fare di Roma il centro dei rapporti tra le varie Scuole d’arte regionali; ma soprattutto per favorire la costruzione di un linguaggio artistico nazionale. Concepito in stile neoclassico, si presenta come una fortezza chiusa, con un corpo centrale che richiama la monumentalità dell’arco di Costantino.
La facciata, su Via Nazionale, poggia su una larga scalinata che porta all’ingresso formato da un arco con due fornici laterali, con colonne e rilievi. Varie rassegne d’arte hanno trovato sede stabile nel palazzo come quelle delle Società degli Amatori e Cultori delle Belle Arti, le Biennali Romane, le Quadriennali, le Rassegne di Arti Figurative di Roma e del Lazio. S. Paolo entro le mura è il primo caso di Chiesa cristiana non cattolica edificata a Roma dopo la caduta dello Stato pontificio. E’ una Chiesa americana, realizzata nel 1873 in perfetto stile neogotico dall’architetto Gorge E. Street con la collaborazione di Lanciani, su commissione del reverendo Richard Nervin, capo della delegazione protestante Episcopale americana. Si accede alla Chiesa da un portale, con doppio passaggio sovrastato da un mosaico di Gorge Breck che raffigura S. Paolo che insegna il vangelo a Roma. L’interno è diviso in tre navate, illuminato lateralmente da finestre vetrate decorate con le Storie della vita del Santo (la nota curiosa è che furono presi come modelli personaggi storici contemporanei come Garibaldi, il generale Grant e Abramo Lincoln), l’artista inglese preraffaellita Burne-Jones fu coinvolto nel progetto per eseguire la grandiosa decorazione musiva dell’abside (Cristo in trono e la Gerusalemme celeste) e quella degli archi antistanti.
La costruzione del Teatro Eliseo risale al 1900 ed è il primo teatro costruito in cemento armato. Originariamente concepito all’aperto, rivolto su via Nazionale all’altezza del Rione Monti fu ristrutturato in occasione dell’Esposizione Universale del 1910 dall’ingegnere Amici che adottò la forma ellittica per la sala collegandola ad un vasto ambiente ad uso ridotto e ricoprì l’esterno in muratura. Nel 1914 fu progettata una facciata che raccordasse il prospetto del teatro su Via Nazionale con i sottostanti Magazzini Piatti. In questo teatro si esibirono, e continuano tuttora a farlo, i più grandi interpreti italiani; Gino Cervi, Paolo Stoppa; Luchino Visconti, Eduardo De Filippo e Giorgio Albertazzi hanno diretto numerose produzioni in questo spazio.