Il biancospino, la piante delle fate – Bello, regale, magico, musa ispiratrice per poeti e romanzieri e dalle proprietà curative, il biancospino ha da sempre fatto parte della nostra vita.
Appartiene alla famiglia delle Rosaceae, cresce spontaneamente nelle zone montane ed è molto longevo. Pensate che può arrivare a spegnere ben 500 candeline. I fiori sono piccoli, bianchi-rosati ed emanano un profumo delicato e molto apprezzato. I frutti sono delle drupe rosse dalla polpa farinosa.
Contiene olio essenziale ricco di tannini e vitamine, glucidi, vitamina C, acido ossalico, pigmenti, ammine, derivati terpenici, istamina ed è un buon astringente, un diuretico, tonico, febbrifugo ed un discreto sedativo. Viene, infatti, usato sia per favorire il sonno che come rilassante, alcune gocce di olio essenziale, nell’acqua del bagno.
I romani, in riferimento al candore dei fiori del biancospino, vollero dedicare questa pianta alla dea Flora. Amavano talmente tanto i suoi fiori che erano soliti decorare le culle dei bambini e, lo usavano anche, per proteggersi dalla sfortuna e dal malocchio. I greci, invece, con i suoi fiori, in occasione delle cerimonie nuziali, ne adornavano gli altari.
Il biancospino era considerato la pianta delle fate. Una leggenda celtica racconta che, dove nasceva l’albero era possibile, facendo molta attenzione, vedere le fatine, gli spiriti del bosco e di tutti quegli esseri che popolavano i mondi incantati. Una leggenda, inglese, racconta che Giuseppe, dopo aver raccolto il sangue di Gesù nella coppa che era stata usata nell’Ultima Cena, andò in Britannia per poi recarsi a Glastonbury dove piantò il suo bastone nella terra. In quello stesso punto nacque un biancospino che, ad ogni Natale per molti secoli, regalava fiori bellissimi.
Era considerato un albero sacro e magico ed era vietato sia abbatterlo che tagliare o raccogliere i rami che potevano essere colti solo la mattina di Beltane, perche solo in quel momento, le fate davano il permesso di prenderne la quantità desiderata senza arrabbiarsi.
Tra le proprietà magiche attribuitegli c’è anche quella di essere considerato un scaccia parafulmini. Si racconta, infatti, che il biancospino, essendo un albero sacro, non ne venga mai colpito e che, quindi, possa essere un buon rifugio durante i temporali. Il biancospino non protegge solo dai fulmini ma anche dagli spiriti malvagi ed era considerato il Guardiano di tutte le fonti e le sorgenti.
I romani, anticamente, lo avevano consacrato a molte divinità femminili tra cui Flora, Dea della primavera e della vegetazione; Cardea, Dea del parto e protettrice dei neonati; e della Dea Maia per la purezza. Il Cristianesimo, invece, lo consacrò alla Madonna e, nel Medioevo, i suoi rami erano utilizzati come degli amuleti per tenere lontano il malocchio, le streghe ed i vampiri.
Altre leggende lo vedono legato al sonno, quello profondo, quello che permette di arrivare nell’Altromondo. Il suo nome in islandese significa appunto “spina dormiente” e, secondo i miti nordici, Odino usò una spina per far cadere Brunilde in un sonno e che Viviana con un semplice incantesimo, riuscì a far addormentare sotto alle sue fronde, Merlino, uno dei maghi più potenti al mondo in attesa che i tempi migliorassero.