A tu per tu con Il Goffo

Benvenuto Il Goffo! “La Cartomante” è un album che sembra quasi un diario sonoro. Quanto della tua vita personale c’è in questo disco?
Grazie mille a voi per le domande! Eh toccate un tasto dolente, perchè c’è nè fin troppa di vita personale, specie in questo disco. A parte gli scherzi, quando esce una canzone in genere è passato già del tempo e grazie al fatto di raccontare determinati avvenimenti mi aiuta ad affrontarli e superarli meglio. Il tema del diario inoltre è propriamente azzeccato perchè coglie la linea temporale lungo la quale si snodano i singoli brani all’album, pensati proprio per essere ascoltati con l’ordine della tracklist.
L’autoironia è un tema ricorrente nella tua musica. Come pensi che questo aspetto influenzi l’approccio dei tuoi fan verso le tue canzoni e i tuoi messaggi?  
L’autoironia caratteristica dei miei brani mi permette di aprirmi più facilmente e anche chi mi ascolta sa di potermi confidare i propri pensieri con maggiore leggerezza. Mi ha fatto piacere per esempio il commento di un ragazzo che mi segue da tempo che ha come canzone preferita “Buongiorno” ma non si ritrova nel brano “Latin lover”.
C’è un momento specifico nella tua vita che ha ispirato in modo particolare questo album o che lo riassume perfettamente? 
L’idea del disco nasce dal viaggio raccontato in “Fuoriprogramma”. In una delle tappe finali, più precisamente in ostello a Santiago de Compostela, mi è venuta la voglia di tornare, scrivere e chiudermi in studio per raccontare quello che stavo vivendo.
La vulnerabilità è un tema che esplori molto. Come reagisci quando il pubblico si confronta con la tua intimità attraverso le tue canzoni?
Mi fa piacere quando questo succede. Perché so che non è facile confidarsi, ma è spesso necessario avere la possibilità di farlo. I sentimenti che proviamo ci accomunano e gli avvenimenti della vita sono spesso tappe obbligate.
In che modo questo disco ha cambiato o influenzato la tua visione della musica e del ruolo che l’artista ha nella società? 
Non direi che mi ha cambiato la visione, la musica per me è sempre stata un modo per condividere dei messaggi. Per esempio recentemente sono stato al live di Alessandro Peretto che con il suo spettacolo “AutoRiTratti” esprime quello che secondo me dovrebbe fare ogni artista, cioè unire intrattenimento e creazione di significato. Piuttosto ho riflettuto molto sul fatto che si dovrebbe dare più spazio agli “artisti indie” per valorizzare i loro progetti. Quello che state facendo voi con il vostro lavoro è sicuramente un esempio, quindi ancora grazie per lo spazio.
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