Al Jazzit Fest di Pompei lo spettacolo “Il mio nome è Caino”

Al Jazzit Fest di Pompei lo spettacolo “Il mio nome è Caino”, un racconto di mafia attraverso il sodalizio tra l’attore Ninni Bruschetta e la pianista Cettina Donato

Il 29 giugno alle 18.30 i due artisti saranno coinvolti anche in un evento organizzato dall’Osservatorio sulla Legalità di Pompei: incontreranno giovani studenti delle scuole superiori presso la sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri situata in un bene confiscato alla camorra, per raccontare la loro esperienza di divulgazione dei valori civili tramite l’Arte, e ascoltare il percorso di ricerca compiuto dai ragazzi inerente proprio i beni confiscati alle mafie.

Dopo il successo al Teatro Savio di Messina e all’Auditorium Rai di Roma, domenica 30 giugno alle ore 21 andrà in scena al Jazzit Fest di Pompei – firmato e prodotto dalla rivista specializzata JAZZIT – lo spettacolo “Il mio nome è Caino” di Claudio Fava per la regia di Laura Giacobbe. Interpretato dall’attore e regista Ninni Bruschetta con Cettina Donato al pianoforte, lo spettacolo è tratto dall’omonimo romanzo edito da Dalai Editore nel 1997, ed in nuova versione da Baldini+Castoldi nel 2014. Sul palcoscenico, un uomo di mafia in un monologo che ha i connotati di un “western”, come lo definisce Bruschetta, di recente sul piccolo schermo nel film “La stagione della caccia” tratto dal romanzo di Andrea Camilleri. Il testo drammaturgico, che offre allo spettatore il punto di vista del killer, verrà accompagnato dalle musiche composte ed eseguite dal vivo da Cettina Donato: due brani editi e tutte composizioni inedite costruite appositamente per lo spettacolo e pensate in stretta collaborazione con l’interprete, per tessere al meglio note e drammaturgia.
Ninni Bruschetta è un attore di cinema e di tv, ma è anche un importante regista e attore teatrale, siciliano, di Messina. Nel suo lavoro teatrale, nato come impegno civile e politico, ha spesso messo in scena testi dedicati al fenomeno mafioso. Negli anni è divenuto uno dei caratteristi più richiesti e poliedrici del cinema e della fiction italiana; tra le produzioni più note a cui ha preso parte: “I cento passi”, “Boris”, “Squadra Antimafia”, “Distretto di Polizia”.
Cettina Donato è pianista, compositrice e direttore d’orchestra con una carriera internazionale ed originaria, anche lei, di Messina. Nominata tra i migliori arrangiatori italiani al Jazzit Award, conduce la sua carriera concertistica parallelamente tra Europa e Stati Uniti. Attiva anche come docente in diversi Conservatori italiani, ha ricoperto il ruolo di International President del Women of Jazz del South Florida.
Ad anticipare la rappresentazione dello spettacolo “Il mio nome è Caino”, sabato 29 giugno alle 18.30 sarà un evento significativo organizzato dall’Osservatorio sulla Legalità di Pompei coordinato da Rosario Alfano, presso la sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri, situata in un bene confiscato alla camorra: i due artisti incontreranno giovani studenti del liceo scientifico “Pascal” per raccontare la loro esperienza di divulgazione dei valori civili tramite l’Arte, e ascoltare il percorso di ricerca compiuto dai ragazzi inerente proprio la confisca dei beni alle mafie.

“Il mio nome è Caino”, prodotto da Maurizio Puglisi per “Nutrimenti Terrestri”, conferma lo straordinario sodalizio artistico tra Ninni Bruschetta ed il M° Donato, che ha già registrato consensi di pubblico e critica per gli spettacoli “I Siciliani di Antonio Caldarella” e “Il giuramento” di Claudio Fava. Dopo la rappresentazione al Jazzit Fest, l’importante appuntamento nel noto festival teatrale “Orestiadi” di Gibellina e poi il tour che porterà lo spettacolo nelle città italiane fino a tutta la metà del 2020.

Le note di regia di Laura Giacobbe: “Caino è il killer di mafia che al comando ha preferito l’amministrazione rigorosa della morte, qualcosa che somiglia a un mestiere ma che è anche una impietosa chiave di lettura dell’universo mafioso e delle sue opache propaggini, un personaggio fuori dalla cronaca, costruito interamente all’interno della coscienza. Un “pensiero fuori posto” muove il suo racconto, assoluto, spietato, estremo, senza margini di riscatto. Fuori posto è anche il suo raccontare, a tratti straniato dalla vertigine dell’azione, oppure ingoiato dalla musica che lo sostiene, che improvvisa e improvvisando spinge Caino a cercare ancora un altro tono, un altro modo per dire, fuori tempo massimo, quando è troppo tardi per raccontare e tutto suona come una dolente deposizione resa a se stessi” – Laura Giacobbe

Commenta lo spettacolo Ninni Bruschetta: “In poco più di dieci anni ho messo in scena quattro titoli di Claudio Fava, in qualità di regista. Tutti testi di impegno civile, narrazioni di fatti o avvenimenti realmente accaduti o interpretati secondo una logica di verità. Poi ho deciso di portare in scena “Il mio nome è Caino” interpretandolo in prima persona perché in questo racconto di fantasia e realtà, mirabilmente mischiate, credo che si esprima, in tutta la sua forza, la poetica dello scrittore ma anche del testimone. Un testimone diretto e anche vittima della furibonda guerra di mafia siciliana, che in questo testo mette a frutto questa testimonianza per saltare al di là della staccionata e proiettarsi nella mente di un killer. E se prima ne interpreta il maleficio e la follia, poi riesce a riconoscere in lui anche una normalità, una formazione, una cultura e persino un mestiere. Usa la sua contorta morale per avvicinarci al pensiero del male che, in ogni caso, non figura così distante da noi. Affrontare questo testo da attore mi è sembrato necessario proprio perché esso richiede all’interprete la più rigorosa “sospensione del giudizio” per poterne restituire la crudeltà, la freddezza e persino l’ironia. E ancora di più perché questo personaggio ha una sua normale, direi naturale umanità, la sua mente viziata ha una folle ma sorprendente sensibilità e mostra il lato più debole del male, finendo di fatto per decretarne la sconfitta”.

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