Al Martinitt sbarcano I matti di Dio: sacro, profano, follia, visione e risate nella storia vera de Il Messia d’Abruzzo

Dall’8 al 13 marzo, in scena una commedia sui generis, che interpreta in chiave moderna tradizione e fede del popolo abruzzese nel racconto –al limite del paradossale- della figura storica di Oreste De Amicis. Un grande personaggio, sconosciuto e misterioso, un uomo semplice del XIX secolo, che lascia le osterie del suo borgo per girare l’Italia e diffondere una religione nuova, vicina a poveri e oppressi. Dalla chiamata di Dio all’accusa di pazzia, un racconto malinconico ma divertente, cadenzato da musiche e canti, che affronta temi delicati, sempre attuali.

Oreste De Amicis nasce nel 1824 a Cappelle sul Tavo (Pescara). Nel suo paese è molto popolare: frequenta le osterie, sta sempre in mezzo alla gente e svolge funzione di prete. Scosso da un tragico lutto, si ritira a vita eremitica. E’ allora che scopre dentro di sé una fede profonda per la quale lascia l’isolamento e prende a girare l’Italia per diffondere la sua personale religione, un credo nuovo, in difesa della povera gente. Autoproclamatosi “Nuovo Messia”, deciso a mettere in pratica la vera parola di Dio, si schiera contro la Chiesa, colpevole di propinarne ai fedeli un’interpretazione distorta. Veemente protagonista di episodi eccentrici, diviene sempre più caro al popolo (soprattutto abruzzese) e inviso agli ecclesiastici. Tanto da essere infine processato in quanto affetto da “monomania religiosa”, ovvero pazzia.

Sul palco irrompe un gruppo di amici che ne onora la figura, portando in scena la vita ispirata e tormentata del Messia d’Abruzzo, in uno spettacolo che sposa sacro e profano, visione e follia, profondità e lievità, storia e leggenda, illuminazione e debolezza di un personaggio controverso e popolare. Un racconto ispirato eppur leggero, condito di musiche e canti popolari rivisitati in chiave moderna, che tra paradossalo e ironia cerca di capire come e perché Oreste (e l’uomo in genere) si sia perso dentro la sua stessa fede. Dove la passione diventa ossessione? Dove redimere diventa più importante di essere redento? Dove finisce la visione e comincia la follia? I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole, canta Simone Cristicchi… Che non a caso collabora assiduamente con Ariele Vincenti, autore e regista della commedia.

I MATTI DI DIO – LA VERA STORIA DEL MESSIA D’ABRUZZO scritto e diretto da Ariele Vincenti. Con Federico Perrotta, Andrea D’Andreagiovanni, Massimiliano Elia e Giacomo Rasetti. Produzione UAÖ.

Un gruppo di amici gira l’Italia per raccontare la storia di Oreste De Amicis, meglio conosciuto come il “Messia d’Abruzzo”. Un capocomico, Domenico, affiancato da tre compagni di scena che interpretano vari personaggi. Irrompono sul palco come un’Armata Brancaleone, accompagnati da musiche dal vivo e da canzoni del repertorio Abruzzese arrangiate in chiave moderna, coreografate ed interpretate dai quattro. I Matti di Dio si paleano tra comicità ed emozione, proiettandoci in un tempo ormai passato ma le cui tematiche sono attuali ora più che mai.

Tutti gli eventi al Teatro Cinema Martinitt si svolgono nel rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza previste dai disciplinari anti-Covid. Sono richiesti Super Green Pass e mascherina Ffp2.

TEATRO/CINEMA MARTINITT

Via Pitteri 58, Milano – Telefono 02/36580010, info@teatromartinitt.it, www.teatromartinitt.it.

Orari biglietteria: lunedì-sabato 10.30-21, domenica 14/21. Parcheggio interno gratuito.

Costi: 26 euro intero (over 65, 18 euro; under 26, 16 euro). Abbonamenti a partire da 70 euro.

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