Al MIC di Faenza gli studenti dell’Università di Bologna studiano il restauro ceramico

Al MIC di Faenza gli studenti dell’Università di Bologna studiano il restauro ceramico. È in corso di perfezionamento la stipula di una importantissima convenzione triennale tra l’Università di Bologna e la Fondazione MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza in virtù della quale potrà essere attuata la collaborazione fra la Scuola di Lettere e Beni Culturali e il museo faentino finalizzata alla formazione degli studenti nel settore del restauro dei materiali e manufatti ceramici di interesse storico, artistico e archeologico.

 

Nasce insomma una collaborazione tra il MIC e l’Università di Bologna nell’ambito delle tematiche legate al restauro dei beni culturali, con riferimento particolare alla ceramica, che vedrà il coinvolgimento nelle attività didattiche di tecnici specializzati dello storico e importantissimo laboratorio di restauro del MIC attivo dagli anni Ottanta.

Il Laboratorio di Restauro del MIC di Faenza si occupa esclusivamente di restauro di materiali ceramici, di qualunque tipologia tecnologica, dalla terracotta alla porcellana, sia di provenienza archeologica che appartenenti a collezione, oltre di opere esposte all’aperto. Oltre al recupero e conservazione della propria collezione il laboratorio negli ultimi anni si è dedicato al recupero di importanti opere come le raccolte del Museo della Ceramica in Deruta, quelle museali di Gubbio e di Fano, dei pannelli in maiolica a lustro di Lucio Fontana per il comune di Albissola Marina, e di molte opere contemporanee di Leoncillo, Antonia Campi, Louise Nevelson, Aligi Sassu e Picasso appartenenti a collezioni private.

 

“Il Museo ha organizzato, negli anni passati, diversi corsi di aggiornamento per restauratori di ceramica – spiega Eugenio Emiliani –  tuttavia questa convenzione stabilisce oltre al riconoscimento da parte dell’Università di Bologna delle nostre altissime competenze, una continuità formativa di studio e formazione in questo settore cardine per lo studio delle materie dei beni culturali”.

“Gli studenti del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali – spiega il prof. Luigi Tomassini – saranno i primi a poter beneficiare di questa importante collaborazione. Il corso, finalizzato a formare il Restauratore di Beni Culturali e abilitante alla professione di Restauratore di Beni Culturali, prevede lo svolgimento di attività pratico-laboratoriali di alta qualificazione professionale.  La formazione dei restauratori in Italia non ha eguali nel resto del mondo: la tradizione e la cultura della conservazione in Italia hanno prodotto la recente introduzione di percorsi universitari quinquennali di altissima specializzazione e il corso di laurea dell’Università di Bologna (Campus di Ravenna) è uno dei pochissimi corsi universitari che forma gli studenti alla professione del restauratore, in particolare nel settore delle superfici decorate dell’architettura, del metallo, del vetro e della ceramica. Al di là dello straordinario valore formativo dei giovani restauratori rispetto ad una professione che vede l’Italia ai vertici mondiali per qualità e competenza, la valenza del corso di studio ha una importante ricaduta sociale nel territorio in cui opera poiché gli studenti, seguiti e guidati da docenti professionisti di alta qualificazione, operano direttamente sui beni culturali della collettività. Gli studenti hanno già lavorato al restauro della Fontana del Nettuno a Bologna, e nei cantieri-scuola a Ravenna realizzati in collaborazione con il MiBACT presso la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo i chiostri di San Vitale sede del Museo Nazionale di Ravenna e presso i laboratori del Parco Archeologico di Classe, in collaborazione con la Fondazione RavennAntica. L’esperienza che si apre con il MIC è l’occasione per ampliare attività e competenze e per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, in un contesto in cui professionalità, studio e passione potranno far crescere i restauratori del futuro.”

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