Al Parco di Paneveggio in Trentino la mostra: “Alberi: mestieri e passioni” – Sarà inaugurata domenica 14 luglio alle ore 16, presso gli spazi espositivi di Villa Welsperg, “La Casa del Parco” in Val Canali, la nuova mostra dal titolo “Alberi: mestieri e passioni”. La mostra allestita sia nel tabià di Villa Welsperg che al Centro visitatori del Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino racconta le esperienze di coloro che per mestiere o per passione si confrontano quotidianamente con gli alberi.
“L’importanza degli alberi si fonda sulla certezza che senza di loro, l’umanità, così come la conosciamo, non esisterebbe. L’affermazione potrebbe sembrare eccessivamente enfatica, ma è merito loro se il pianeta terra ha un’atmosfera respirabile. Hanno fornito all’uomo materie prime, alimenti, riparo. Hanno donato il conforto dell’ombreggiamento e la stabilità dei suoli, energia e principi attivi per curarci e appagamento alla vista. Di alberi si scrive nei grandi classici e nella letteratura popolare, sono ovunque, fanno parlare e, soprattutto, sopravvivono all’uomo, pertanto rappresentano delle entità quasi sovrannaturali”.
Questa frase, che troviamo nell’introduzione della mostra, assume un significato particolare pensando allo scorso 29 ottobre, quando la “Tempesta Vaia” si è abbattuta anche sulle foreste di parte del Trentino lasciando milioni di metri cubi di alberi rovesciati.
E proprio da questo incredibile sconquasso è nata l’idea per questa nuova mostra del Parco, una mostra per parlare di alberi come una parte di noi, di quello che offrono con la loro presenza plurimillenaria accanto all’uomo.
La mostra racconta esperienze del rapporto fra l’uomo e la natura, che in questo caso è rappresentata dagli alberi. Ognuna delle voci rielabora a proprio modo lo stesso soggetto in una visione intima fatta di immagini, esperienze, ambizioni, ispirazioni e aspirazioni.
Microstorie, spaccati di vita, per descrivere un bene comune, messo a dura prova dagli eventi di fine ottobre 2018, dove il vento, protagonista assoluto, ha ridisegnato ampie porzioni di territorio boscato.
La mostra parla attraverso gli occhi, il cuore e le mani di tecnici, artigiani, professionisti, appassionati, artisti e bambini.
Visitandola potrete così trovare le sensazioni di una pittrice, quando immersa nel bosco cerca di descrivere le relazioni tra i singoli alberi, il sovrapporsi delle loro ombre, la corteccia e i rami che si protendono come un abbraccio, ma anche l’incontro di un botanico con un vecchio albero che conosce tutto ciò che lo circonda, perché la sua memoria e la sua esperienza vanno ben oltre quella nostra. Oppure scoprirete come gli alberi siano uno scrigno che custodisce gli strumenti più preziosi, fatti con il legno secolare che il liutaio fa rinascere a nuova vita, portando poi in giro per il mondo la loro musica. E ancora la passione del dendrocronologo, che analizza ogni singolo anno di un albero, mettendolo in relazione con gli eventi del mondo o il profumo dei frutti antichi, ritrovati dall’arboricoltore attraverso i piccoli rametti di alberi patriarchi.
Leggerete anche delle emozioni pure dei bambini, della millimetrica conoscenza del territorio della custode forestale, dell’impeccabile tecnica del boscaiolo, dell’animo della scultrice e altro ancora. Tra le parole di tante persone incontrerete anche la voce di alcuni alberi, che dall’alto della loro stazza e attraverso i rami ci osservano curiosi.
Sarà come addentrarsi in un bosco per uscirne con una consapevolezza in più e la certezza che: Gli alberi non hanno bisogno di noi, ma noi di loro.
La mostra non sarebbe stata possibile senza le persone che hanno raccontato le loro esperienze: i bambini della Scuola dell’Infanzia di Tonadico, la pittrice Silvia De Bastiani, una dei pochi artisti contemporanei che lavora en plein air, Fabrizio e Pierluigi Dalla Santa, boscaioli di professione da tre generazioni, Cesare Lasen, fra i massimi esperti di Botanica, Paolo Kovatsch, responsabile della Agenzia provinciale delle Foreste Demaniali, Stefano Marconi, naturalista, responsabile dei laboratori di Archeozoologia e di Dendrocronologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Renzo Motta, professore ordinario di assestamento forestale e selvicoltura all’Università di Torino, Oscar Padovani, arboricoltore e studioso della cultura rurale, Sara Rigoni, Custode Forestale, Nicola Segatta, liutaio nonché compositore e musicista e Lara Steffe, scultrice ed insegnante al Liceo Artistico di Pozza di Fassa.
La mostra è stata curata da Cristina Zorzi, Maurizio Salvadori, Elena Luise, con la supervisione di Vittorio Ducoli; foto e composizione fotografiche Carlo Albino Turra.
La realizzazione delle strutture e il montaggio sono state curati dalle maestranze del Parco.
La mostra è allestita nel fienile di Villa Welsperg e nel Centro Visitatori di Paneveggio; in entrambe le esposizioni ci sarà un percorso dedicato ai bambini con spunti e giochi.
Orari della mostra
Centro visitatori di Villa Welsperg
dal 6 luglio al 30 agosto, orario continuato 9-18
dal 31 agosto all’8 settembre, 9-12.30; 15-18
dal 9 al 30 settembre, 9-12.30; 14-17
Centro visitatori di Paneveggio
dal 6 luglio al 15 settembre e nei fine settimana 21 e 22 settembre, 9-12.30; 14-17.30