Al via una serie di residenze per Il volto di Karin, nuovo progetto della compagnia Cantiere Artaud

Al via una serie di residenze per il nuovo progetto di Cantiere Artaud

Il volto di Karin

Regia, luci e scene Ciro Gallorano

Con Davide Arena, Sara Bonci, Matilde Cortivo, Jo Kezich

Direzione tecnica Federico Calzini

Produzione Cantiere Artaud

Residenze artistiche polo di Manfredonia (FG)/Bottega degli Apocrifi, Teatro Verdi di Monte San Savino (AR)/Officine della Cultura, Teatro Studio di Rovigo/Teatro del Lemming, Fratta Santa Caterina (AR)/Sosta Palmizi

Con il supporto di TRAC_Centro di residenza teatrale pugliese

Con il contributo di Fondazione CR Firenze

Dal 18 al 23 ottobre al Teatro Comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia (FG), presso il polo di Manfredonia del TRAC_Centro di Residenza Pugliese, Cantiere Artaud, tra le quattro compagnie vincitrici del bando indetto dal TRAC per residenze dedicate alla nuova drammaturgia e all’innovazione, prenderà parte a una residenza per lavorare al nuovo spettacolo Il volto di Karin ispirato alle opere di Ingmar Bergman. L’opera, che prende il titolo dall’omonimo cortometraggio del regista svedese dedicato alla memoria della madre Karin Åkerblom, elegia iconografica al tempo, vuole essere un esercizio sulla memoria, una ricerca sul dolore del tempo, sulla perdita degli affetti, sulla possibilità di rimeditare al vissuto passato con la coscienza del presente.

Per questo progetto l’Associazione Culturale Cantiere Artaud ha anche ricevuto il contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito del bando “Emergenza Cultura” 2021 destinato allo spettacolo dal vivo.

Il volto di Karin, seconda parte della Trilogia della memoria preceduta da L’eco della falena, in cui il soggetto della ricerca era il tempo come estensione dell’attimo, trasporterà la ricerca in un luogo dove il tempo cronologico si ferma e si fa da parte per dare spazio a quello dei ricordi. L’ultimo capitolo della Trilogia sarà dedicato, invece, a À la recherche du temps perdu di Proust.

Un luogo fisico, una stanza, sarà l’ambientazione che ospiterà un non-luogo, quello del sogno, unico in grado di rompere il tempo cronologico, di ricostruire la realtà del passato e farla coincidere con quella del presente. Nel sogno è possibile percepire come vive alcune persone che non ci sono più oppure che negli anni hanno mutato aspetto, è possibile avvertire noi stessi giovani, rivivere situazioni o sensazioni passate. Un’assenza può essere quindi colmata attraverso una realtà fittizia, quella onirica. La memoria è qualcosa di incorporeo, della quale il ricordo è una parte che ha la sua manifestazione privilegiata in un non-luogo, il tempo.

Nella realizzazione delle scene verranno prese come riferimento le opere dell’artista danese Carl Vilhelm.  La compagnia avrà come fonte di ispirazione del materiale iconografico e fotografico, utile a restituire l’atmosfera che vorrà evocare. Guidati dalla regia, in sala gli interpreti svilupperanno le partiture fisiche che costituiranno la struttura base dello spettacolo. Ogni componente del cast porterà con sé delle vecchie foto per analizzare le espressioni e i cambiamenti che si sono verificati nei soggetti con il passare del tempo. L’immagine fotografica porta immediatamente alla dimensione del ricordo, con essa si avverte ancora di più l’ineluttabilità del tempo: il tempo della foto è un tempo immobile, sospeso, che va in contrasto con il tempo vissuto. La fotografia imprigiona la realtà, la immobilizza, non ha né un prima né un dopo, rappresenta solo il momento della sua realizzazione.  I personaggi di Bergman spesso entrano in relazione con l’elemento fotografico e quasi sempre è proprio un’immagine che vorrebbero riconquistare, della quale vorrebbero riappropriarsi. La fotografia ferma il tempo, è un segno tangibile del passato e instaura nei personaggi, ma anche in noi, una serie di reminiscenze quasi sempre melanconiche. In fase di ricerca verranno analizzati alcuni film nei quali emerge il rapporto tra tempo e memoria: Il posto delle fragoleFanny e AlexanderSussurri e gridaIl volto.

La compagnia Cantiere Artaud sarà impegnata con questo nuovo progetto in altre residenze nel mese di novembre e dicembre: dal 10 al 18 novembre al Teatro Verdi di Monte San Savino (AR), ospiti di Officine della Cultura; dal 23 al 30 novembre al Teatro Studio di Rovigo, ospiti del Teatro del Lemming; dal 15 al 23 dicembre nella sala prove di Sosta Palmizi, alla Fratta Santa Caterina di Cortona (AR). 

Si ringrazia Diesis Teatrango per aver ospitato il laboratorio residenziale finalizzato alla scelta del cast definitivo presso il Teatro Comunale di Bucine (AR).

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