Incontriamo Alessia Cargnelutti, ci porta a scoprire il suo romanzo Rosso Obliquo. Una storia quotidiana che cattura l’attenzione del lettore, trasportandolo negli intrecci di vita dei personaggi.
Chi è Alessia Cargnelutti scrittrice? Una donna da sempre interessata al mondo letterario, amante della poesia e dei grandi autori, sia italiani sia stranieri.
Ci parli del suo libro Rosso obliquo: Il mio è un romanzo che definirei intimista, anche se definire significa limitare. E’ incentrato sul rapporto complicato che il protagonista ha tra la sua compagna e una ragazza conosciuta da poco, che ha mosso in lui pulsioni ed emozioni nascoste. Parla anche della vita quotidiana, dei sogni di tante generazioni di giovani che devono fronteggiare l’instabilità economica tipica della vita odierna e altre situazioni. Il lettore entra nei pensieri dei caratteri principali ma ne segue anche le vicissitudini esterne, è un intersecarsi di punti di vista.
Ci consigli un libro NON suo: Ce ne sono parecchi, negli ultimi anni mi è rimasto impresso Io non compro di Judith Levine. Parla di un esperimento contro il consumismo e di come il mondo di oggi sia tutto basato sull’acquisto e sull’apparenza. Mi ha fatto riflettere parecchio.
L’emozione provata quando è stato pubblicato il suo libro? Ho provato una felicità indescrivibile, una grande gioia, soprattutto nel veder apprezzato e riconosciuto qualcosa che fino a non molto tempo prima era solo un file sul computer.
C’è una scrittrice o uno scrittore che considera il suo mentore? Ci sono parecchi scrittori che amo e che mi hanno anche dato degli insegnamenti: Thomas Bernhard, che ho scoperto all’università e da cui sono rimasta letteralmente folgorata per la profondità della sua scrittura, della sua lucida analisi sociale, dalla sua bravura. Percy Bysshe Shelley ha avuto una grande importanza per me specie ai tempi del liceo e dell’università, quando avevo più tempo per leggere le sue bellissime poesie. Lo vedo come un Renoir nell’ambito poetico. Oscar Wilde è un mio punto di riferimento.
Che tipo di autrice è? Non mi piace molto autodefinirmi, comunque mi piace indagare l’interiorità delle persone, andare oltre la coltre di apparenze che permea da sempre la società. Inoltre, sono molto interessata alle tematiche di genere, al ruolo della donna nella società di oggi. Al suo essere definita secondo certi standard, che non rispecchiano mai la realtà.
Ha già in mente una nuova trama? Anche più di una, ma al momento sono assorbita dagli impegni lavorativi. Non escludo di iniziare qualcosa di nuovo, alla luce anche di una maggiore consapevolezza data dall’aver già visto nascere il mio primo romanzo.