Algoritmi e privacy: lanciata all’AAMOD l’iniziativa di una costante piattaforma di controllo

Algoritmi e privacy: lanciata all’AAMOD l’iniziativa di una costante piattaforma di controllo – Una piattaforma per monitorare i problemi enormi connessi alla violazione dei dati personali con seminari pubblici sull’argomento è la proposta concreta lanciata il 3 maggio nella sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico da alcuni tra i più significativi esponenti di comunicazione nell’ambito dell’incontro su algoritmi, controlli sulla privacy e libertà personale nell’informazione digitale contemporanea, ispirato al saggio di Michele Mezza  Algoritmi di Libertà. La potenza  del calcolo  fra dominio e conflitto (Donzelli editore) nonché ai fatti di Cambridge Analytics che hanno recentemente scombussolato meccanismi economici e di fruizione sociale. Vincenzo Vita, presidente della Fondazione Aamod e padrone di casa, ha accolto le unanimi proposte di giornalisti e relatori intervenuti (tra questi  Luigi Agostini, Marzia Antenore, Carmelo Caravella,  Nicola D’Angelo, Piero De Chiara, Giulio De Petra, Nicola Del Duce, Arturo Di Corinto, Francesca Iacobone, Marco Mele, Roberto Natale e Walter Tocci) per la formazione di seminari pubblici a tema supervisionati e coordinati dall’Archivio insieme a Articolo21, Associazione per il rinnovamento della sinistra e Centro per la riforma dello stato che di questo incontro erano i promotori.
Sarà in primis lo stesso Garante per la protezione dei dati personali – ha dichiarato l’avv. Federica Resta dell’ufficio dello stesso Garante – ad attuare un meccanismo di sorveglianza costante sul documento di prossima uscita nell’Unione Europea, evitando possibili misunderstanding interpretativi, ma è sicuramente opportuno tentare di recuperare parte della propria autonomia e soggettività in ogni settore – come all’unanimità hanno esemplificato trattando di contesti differenziati i co-relatori dell’incontro – a partire da una frequente analisi e negazione di ragionamenti matematici dettati da macchine robotiche impostate di default su elementi non sempre oggettivi, quali statistiche e targettizzazioni generalizzate. In fondo il potere è in mano ai padroni dello “smart-world”, che sono in grado di ispezionare, frenare e deviare semanticamente anche l’ideologia ed il potere conquistato nel tempo dalla politica con gli sforzi umani di intere collettività, ma se la democrazia è a rischio, non lo è comunque il tentativo di opporsi ad una dittatura impostata artificialmente su numeri e calcoli peraltro a volte approssimativi.

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