Fuori da venerdì 26 gennaio per Giungla Dischi il nuovo album di Fringuello. “Iceberg” ha un anima LoFi e DIY ed è un disco registrato interamente su nastro usando apparecchiature analogiche di, almeno, 40 anni fa. Musicalmente è un album con forti rimandi alla scena inglese degli anni ’60 ma con molte velature anni ’90 e primi 2000. I testi non ricercano un senso logico: le parole sono state scelte per la loro musicalità ed adattabilità alla melodia vocale, così da costruire frasi più attente al suono che al significato.
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?
Il momento esatto non me lo ricordo, ma la musica mi ha colpito fin da bambino. In adolescenza mi è venuta la voglia di iniziare a suonare, cominciando con la chitarra per passare poi al basso.
Come hai deciso, invece, di diventare proprietario di un negozio di vinili?
Avevo un lavoro che non mi faceva stare bene, ho così pensato di fare ciò che veramente mi faceva stare bene, che mi appagasse. Sono stato sempre un compratore di musica, così l’idea ha preso piede e nel 2020 ho deciso di provare ad aprire il mio negozio di dischi.
Qual è l’aspetto di “Iceberg” di cui sei più fiero?
Beh, le canzoni soprattutto. In secondo luogo, la registrazione; sono davvero soddisfatto di come il disco suoni, di quel sound lofi, vintage, e di averlo registrato tutta da solo nel soppalco del mio negozio di dischi.
Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?
Migliorare posso migliorare in ogni aspetto, sicuramente. Uno in particolare non ti so dire, meglio se chiedi ai membri della band, loro sicuro ti sapranno dire bene.
Come speri di continuare la tua esperienza musicale?
Suonando Live il più possibile e poi con un secondo disco, poi magari un terzo… un quarto…