Penso sia arduo quanto impossibile chiudere dentro poche righe la vita artistica di Anna Jencek che in questo 2024 compirà 80 anni. Da sempre il suono e la lirica si sono fuse in un unicum, come a creare una terza dimensione fatta di altro. Ho sempre percepito questi risultati come una nuova forma d’arte e di espressione. Non è affatto nuova la sua carriera a queste riletture poetiche in seno al suono e alla scrittura che spesso sposa soluzioni in bilico tra la favola e la metrica tout court. E penso anche che ci voglia una grande competenza culturale per avventurarsi in disamine simili.
«Autori già esplorati: Cesare Pavese (cd “Terra rossa terra nera, poesie di cesare pavese in 9 canzoni a tempo di jazz”); Sonetti di Shakespeare (cd “Jencek canta Shakespeare”); Pablo Neruda e Arturo Schwarz (cd “13, 13 tracce per cantare Neruda-recitare Schwarz”); e poi un disco con poesie della contemporanea Marc De Pasquali (cd “Danze”), che è l’opera a cui sono più legata.
In preparazione, una riedizione del solo Neruda, senza le poesie di Schwarz (cd “Anna Jencek, nuda”). Chiuderò poi il cerchio della mia vita artistica con un omaggio a Herbert Pagani (con lui ho iniziato, con lui finirò), in cui sono presenti varie composizioni poetiche fra cui Goethe in lingua originale (tratto il tedesco fin dall’asilo delle suore tedesche di Via Boscovich, lo stesso frequentato da Ornella Vanoni un po’ di anni prima). L’occasione sono gli 80 anni herbertiani, e i miei, che cadono proprio in questo nostro 2024». Anna Jencek
Qui parliamo di “Saffosonie – Cantando liriche di Saffo”, un disco curato nel suono anche da Flavio Minardo con le orchestrazioni a cura di Dario Toffolon. Le liriche che sentiremo sono a firma di Salvatore Quasimodo: traduzioni di quella Saffo dell’antichità ellenica che poi rivivono anche dentro lo spettacolo del figlio Alessandro “Operaio di Sogni”. Non occupiamo altro tempo. Vi lasciamo all’immersione da vivere con totale affidamento e libertà.
