Asili nido gratuiti. La grande sfida educativa per la Toscana del futuro

Alla luce del nuovo scenario determinato dalla scelta della Regione Toscana di rendere gratuito il servizio di asilo nido a tutte le famiglie con Isee sotto i 35 mila euro emerge chiaramente la necessità di nuove strutture che accolgano i tanti bambini adesso in lista di attesa.
Questo comporterà, tra le altre cose, la potenziale creazione di nuovi posti di lavoro e la necessità di dover individuare o costruire strutture che possano ospitare gli iscritti optando per investimenti importanti, in piena controtendenza con il rischio di chiusura di alcune materne per mancanza di bambini a causa del forte calo demografico.
E’ quanto emerso oggi al Tuscany Hall di Firenze nel corso del “Dal nido gratuito alla parità scolastica – La bellezza delle opere che educano”.
L’iniziativa è stata promossa da Fism che conta, in tutta la Toscana, 150 nidi 0-3 (con 3.500 iscritti ed oltre 2.500 addetti tra insegnanti e altro personale) e 278 scuole materne (con 11.500 bambini iscritti e 1.500 addetti).
All’incontro, che ha visto oltre mille persone presenti, sono intervenuti, tra gli altri, il Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze, Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana ed Ernesto Pellecchia, Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana.
Creare sinergia tra Fism ed istituzioni è stato uno dei punti sui quali ci si è maggiormente focalizzati anche perché con la misura “Nidi Gratis” le strutture come la Fism dovranno attendere i rimborsi pubblici che sostituiranno le rette delle famiglie.
“Abbiamo manifestato la nostra gratitudine alla Regione dando la nostra disponibilità a collaborare: nei prossimi 3 anni apriremo 30 asili nido nuovi e amplieremo quelli esistenti per ottenere mille nuovi posti – ha annunciato Leonardo Alessi, Presidente di Fism -. Il governo ha fatto un passo avanti stabilizzando e leggermente aumentando i fondi a noi destinati nella Finanziaria. Speriamo che in questi cinque anni si raggiunga quella parità scolastica che ancora non c’è. Ed è importante che la Regione mantenga i suoi sforzi sui finanziamenti attuali e in particolare sugli insegnanti di sostegno di cui c’è sempre più bisogno: ogni anno abbiamo un 10% in più di iscritti che necessita di un sostegno”.

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