È in uscita il libro “Asilo Teatrale degli Appennini – Un sistema teatrale integrato nel cuore delle Marche”, scritto dalla apecchiese Arianna Morganti con i contributi e le conclusioni di Nicola Nicchi.
Il testo si fa portavoce di un progetto che nasce nel 2015 e che prende forma nel percorso di ricerca iniziato dall’autrice all’interno del Master in Performing Arts Management organizzato dall’Accademia Teatro alla Scala.
Da un lavoro di tipo didattico conclusosi 5 anni fa, attraverso una necessaria revisione, si è arrivati a un testo vero e proprio che si presenta ai lettori come un manuale in cui si perseguono due principali obiettivi: diffondere i tratti distintivi e gli esiti del progetto “Asilo Teatrale degli Appennini” e della sua prima messa in pratica, e proporre sistemi integrati di teatro da applicare e sviluppare in territori del tutto specifici, ovvero quelli delle aree interne del basso appennino pesarese-anconetano al fine di contribuire al relativo sviluppo comunitario, culturale ed economico.
La volontà di proporre un progetto culturale ad hoc per queste terre è stata dettata dalla profonda consapevolezza di Arianna Morganti e Nicola Nicchi, da sempre attivi nel mondo dell’arte e dello spettacolo, del ruolo del teatro all’interno della comunità. L’obiettivo che li ha spinti ad intraprendere tale percorso è quello di portare il teatro dove non c’è, in quelle zone di confine, fatte di piccoli paesi silenziosi e di terre feconde da coltivare con grazia e dedizione, per renderle luoghi ideali per una nuova idea di accoglienza e impresa culturale. Sebbene il comune di Apecchio sia quello in cui ad oggi il progetto si concentra, la pubblicazione si rivolge soprattutto a quei paesi vicini e simili, per natura e per caratteristiche, alla realtà apecchiese. I nove comuni facenti parte delle aree interne del basso appennino pesarese-anconetano (Acqualagna, Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Arcevia, Sassoferrato), infatti, sono presenti nel manuale e descritti come principali attori del sistema integrato che l’autrice propone.
Un manuale rivolto gli addetti ai lavori, gli operatori culturali e gli organizzatori teatrali, e non solo. Il libro parla anche agli amanti e agli appassionati del teatro e dello spettacolo in senso ampio, oltre che ai giovani che ben presto si troveranno davanti ad un sistema culturale da ristrutturare e innovare. Il fine dell’autrice è quello di contribuire, anche solo simbolicamente, ad un ripensamento culturale necessario alla ripartenza di un settore tendenzialmente poco presente all’interno dei progetti volti allo sviluppo e all’innovazione territoriale.
“Fare della nostra terra di confine e dei suoi meravigliosi borghi storici il luogo ideale per una
nuova idea di accoglienza e di impresa culturale. Un asilo appunto, capace di donare protezione, ascolto e libertà d’azione a tutti coloro che qui o altrove non ne hanno”.