Associazione per i Concerti di Musica Antica di Valvasone
51° stagione concertistica, Chiesa parrocchiale del Ss. Corpo di Cristo
29 settembre – 27 ottobre 2024
La 51a stagione concertistica proposta dalla Associazione per i Concerti di Musica Antica di Valvasone per quest’anno 2024, verte sulla tematica Tesori musicali nell’impero di Carlo V e Filippo II e ha al centro, come sempre, l’antico organo cinquecentesco di Vincenzo Colombi.
Il quadro storico: è l’epoca della Riforma e della Controriforma, di Carlo V d’Asburgo e di Filippo II di Spagna, suo figlio, figure che improntano un vasto e variegato contesto geopolitico e sociale: “un impero in cui non tramonta mai il sole”. Tuttavia proprio qui si sviluppano e intrecciano le relazioni tra i diversi centri artistici, religiosi e musicali su cui si focalizza la nostra attenzione. Carlo V d’Asburgo, grazie ad una serie di combinazioni dinastiche, eredita la Franca Contea, le Fiandre e i territori asburgici dal padre, la corona di Spagna con i possedimenti italiani e coloniali dalla madre.
Nel 1530 Carlo V viene incoronato imperatore da Clemente VII. Le vicende legate all’affermazione del luteranesimo e le conseguenti lotte tra i principi tedeschi portano infine Carlo V alla decisione di abdicare, nel 1556, ritirandosi nel monastero di Yuste in Spagna, in favore del figlio Filippo II e del fratello Ferdinando I. Tutti i domini imperiali e reali, prima con Carlo V e poi con Filippo II, furono attraversati, e in parte devastati, da continui sommovimenti religiosi, sociali, economici, e da guerre ininterrotte con la Francia fino alla pace di Cateau-Cambrésis (1559).
In questo contesto storico, sul versante musicale vi furono significativi sviluppi tecnici e formali per approdare in seguito nella musica barocca. I grandi polifonisti fiamminghi (Paese soggetto alla corona asburgica) si erano sparsi ovunque in Europa per la loro sapienza musicale e capacità di organizzare gruppi corali, chiamati dai principi o sovrani per dare maggiore smalto alle Cappelle di corte e ai luoghi di intrattenimento. Provenivano dalle cittadine franco-fiamminghe, arricchite da fruttuosi commerci e con una borghesia disponibile a finanziare vere e proprie scuole di musica, una specie di conservatori; lì giovani fanciulli venivano selezionati ed istruiti al latino, al canto gregoriano e alla composizione. L’organizzazione di tali scuole fecero dei Paesi Bassi luogo privilegiato in cui reclutare voci e musicisti per tutte le corti europee.
Carlo V d’Asburgo stesso conduce i musici fiamminghi della Cappella imperiale (tra cui Gombert, Crecquillon e Canis) a condividere diverse esperienze per i vastissimi domini, così fece pure il figlio Filippo II, dal 1556 al 1598. I compositori di spicco, per la loro importanza e la loro affinità culturale, introdussero delle novità musicali che furono accolte largamente in tutta Europa, quindi anche fuori dai confini dell’impero e territori collegati.
Citiamo solo alcuni dei maggiori compositori e gruppi musicali le cui opere troveremo eseguite in questa stagione: Antonio de Cabezón (1510-1566), organista cieco dalla nascita, considerato il più importante strumentista del Cinquecento, il vihuelista Luys de Narvaes (1538) che troverà fertile appagamento quando si recherà in Inghilterra tra il 1554 e il 1556 per le nozze di Filippo II e Maria I Tudor, dove incontrerà i virginalisti.
Alla corte spagnola si esibiscono i cosiddetti ministriles, suonatori di strumenti a fiato corrispondenti ai pifferi del Doge di Venezia, tuttavia le opere di Cabezón come di altri musicisti, oltre all’organo, sono prescritte anche per altri strumenti a pizzico molto cari alla tradizione spagnola: la vihuela e l’arpa. L’influenza di Cabezón fu notevole non solo nella Penisola iberica, ma anche nell’Italia meridionale.
Il napoletano Antonio Valente (1520 c. – 1601) fu tra i primi ad essere affascinato dalle novità musicali provenienti dalla Spagna. La sua Intavolatura de cimbalo, pubblicata nel 1576, adotta un sistema di notazione già proposto da Cabezón e Juan Bermudo e, alla maniera degli spagnoli, si presenta come opera omnia collecta attraverso cui l’autore offre un saggio complessivo della sua opera compositiva. Tale sistema di pubblicazione sarà in seguito ripreso, oltre che da Ascanio Mayone e da Giovanni Maria Trabaci, da Girolamo Frescobaldi.
Se Antonio Valente, Rocco Rodio ed altri costituirono le radici della mediazione napoletana tra l’arte spagnola e quella italiana, verso la fine del Cinquecento si distinsero per novità compositive altri musici afferenti all’accademia del principe Gesualdo da Venosa. I musicisti che frequentavano la corte di Venosa condividevano con il principe l’audace ricerca espressiva dal taglio nervoso, costellata da contrasti ritmici e armonici. Non era lontano da tale concezione il fiammingo Giovanni de Macque, attivo presso l’accademia di Gesualdo e organista e cembalista alla corte reale tra i più dotati dell’epoca. A Napoli si propone con arditezze compositive per tastiera mai prima d’allora sperimentate: ne sono un esempio emblematico le Consonanze stravaganti, brevi brani in cui de Macque sperimenta, con sorprendenti modulazioni armoniche, tutto quanto era possibile eseguire entro i confini della tastiera. Oramai la musica si è aperta in maniera irreversibile allo stylus fantasticus, alla libertà compositiva capace di esprimere gli affetti, i moti dell’animo parallelamente alla seconda pratica di Claudio Monteverdi: ci siamo affacciati al primo Barocco. Ma prima dobbiamo parlare delle Controriforma e del Concilio di Trento preceduti dal dispotismo del Santo Uffizio cui ebbe in Spagna l’apice della severità.
Il Concilio, come si sa, fu indetto per contrastare il dilagare della Riforma luterana e intese bandire dalla chiesa quelle musiche meno caste ed impure, venne raccomandato un ritorno al canto piano, a sciogliere le ridondanti architetture polifoniche sostenute dal contrappunto che non davano garanzia di intelligibilità delle parole. La liturgia e la musica si divaricavano: da una parte la Chiesa chiede che il testo cantato sia comprensibile, dall’altra la musica si sviluppa in modo autonomo rispetto alla liturgia. Che poi diversi cardinali apprezzassero queste musiche, è un altro discorso…
A Venezia il dilagare polifonico fu contenuto dai Gabrieli e da altri che inserirono sezioni omofoniche declamatorie con l’uso anche di strumenti a fiato e di cori battenti. L’effetto nella basilica marciana era cangiante con più fonti sonore tanto da essere invidiato da più parti nelle cattedrali cattoliche.
Nei territori del Sacro Romano Impero Lutero aveva bandito la polifonia promuovendo il canto gregoriano e il corale tratto anche da antiche melodie popolari. Contemporaneamente si diffuse in tutta Europa la nuova maniera di suonare di Frescobaldi per opera del suo miglior allievo Johann Jacob Froberger. Louis Couperin scrisse le sue Duretée ispirandosi alle durezze e legature di Frescobaldi e François Roberday inserì composizioni dello stesso nelle sue Fugues et Caprices.
La stagione si apre domenica 29 settembre 2024 alle ore 17 presso la chiesa (duomo) del Ss. Corpo di Cristo a Valvasone con Invenciones de glosas eseguite dal gruppo spagnolo Ministriles de Marsias, organo e strumenti della tradizione iberica, che proporrà musiche di Willaert, L. Milan, A. Cabezón, M. Flecha. Siamo quindi già nel territorio che caratterizzerà il regno di Filippo II con il padre ritirato nel monastero di Yuste.
Alcune note sull’ensemble. Ministriles de Mársias è un vero e proprio gruppo di menestrelli, suonatori di strumenti a fiato nei cori delle cattedrali. L’ensemble è specializzato nell’esecuzione di musica spagnola non solo strumentale ma anche vocale, riunendo cantanti e organo per ricreare il modello tipico delle cappelle delle chiese e delle cattedrali spagnole, in cui i menestrelli erano indispensabili dalla fine del XV secolo alla metà del XVIII secolo, dove fu concepita parte della più grande musica spagnola (Anchieta, Peñalosa, Morales, Guerrero, Victoria, Cabezón, Correa de Arauxo). I Ministriles de Mársias hanno realizzato registrazioni derivanti dal loro ampio lavoro nel recupero del patrimonio musicale spagnolo, registrazioni premiate in varie occasioni. Si sono esibiti in tutta Europa e in Spagna in prestigiosi festival di musica antica. Gli strumenti utilizzati sono relativi all’epoca delle composizioni, quindi storici.
Il secondo appuntamento, domenica 6 ottobre, è dedicato alla presentazione del libro sull’organo storico di Valvasone e sul suo costruttore, realizzato e curato dal direttore artistico Loris Stella con i contributi dell’organaro Francesco Zanin che ha riportato l’organo alla composizione fonica originaria e del soprintendente che ha seguito all’epoca i complessivi lavori di restauro dello strumento, per la parte architettonica e pittorica: Paolo Casadio. È il risultato di molti anni di ricerche e studi appassionati. Accompagnerà la presentazione l’esecuzione, a cura dell’organista Luigi Panzeri, di brani di compositori spagnoli, sempre del periodo della rassegna. Luigi Panzeri è un amico dell’Associazione che è stato presente diverse volte in questi anni e che ringraziamo per questa ulteriore graditissima presenza.
Domenica 13 ottobre, ci sarà l’esecuzione di brani di autori italiani del periodo della Controriforma (G. L. da Palestrina, A. Gabrieli, G. Gabrieli, C. Merulo, P. Quagliati, G. Bassano, G. Croce) sotto il titolo: Le voci della Controriforma: ut verba intellegantur. L’esecuzione è affidata alla Cappella marciana, voci, organo e ottoni, sotto la direzione di Marco Gemmani.
La Cappella Musicale della Basilica di S. Marco di Venezia detta oggi Cappella Marciana, discende direttamente dall’antica Cappella della Serenissima Repubblica in San Marco ed è stata la cappella del doge di Venezia per cinque secoli, dagli inizi del ‘300 fino alla fine del ‘700. Da allora è diventata la Cappella Musicale della Cattedrale di Venezia. In tutto il mondo è considerata la più antica formazione musicale, formata da professionisti, ancora attiva. Nei suoi settecento anni di storia la Cappella Marciana ha potuto raggiungere alcuni primati indiscussi. Innanzitutto, la grande quantità di musica scritta nei secoli dai suoi circa duecento maestri, musica concepita in gran parte per essere eseguita nella Basilica stessa e poi diffusa in tutto il mondo. È importante sottolineare infine la quantità di intuizioni strutturali musicali innovative, nate al suo interno, e divenute paradigmatiche nel panorama della musica occidentale. Da secoli la Cappella Marciana presenzia alle funzioni della Basilica senza soluzione di continuità e il suo patrimonio si perpetua in uno stile proprio che si alimenta sotto le volte di S. Marco.
Il direttore Marco Gemmani è il 36° Maestro della Cappella Marciana. Oltre all’intensa attività liturgica e concertistica in Basilica, porta la Cappella Marciana a esibirsi in numerose sedi europee. È stato a lungo docente di Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
Domenica 20 ottobre, ci trasferiamo virtualmente Nei territori degli Asburgo condotti dall’organista Krzysztof Urbaniak – che ritorna – presentandoci musiche di M. Rossi, J.U. Steigleder, J.J. Froberger, J. Bull, M. Weckmann, J.P. Sweelinck.
Krzysztof Urbaniak si è diplomato all’Accademia Musicale Fryderyk Chopin di Varsavia, si è laureato con lode nel 2010 presso l’Università di Musica e Arti dello spettacolo di Stoccarda. È vincitore di concorsi internazionali d’organo e ha registrato numerosi CD. È membro di giuria in diversi concorsi internazionali: Concorso internazionale d’organo Schnitger di Alkmaar (2015, 2019) e il Concorso internazionale Gottfried Silbermann di Friburgo (2017). Insegna organo all’Università statale di musica di Łódź e dirige l’istituto per lo studio di clavicembalo, organo, musica sacra e strumenti storici.
L’ultimo appuntamento che chiude la stagione sarà domenica 27 ottobre che ci porterà invece nell’Italia spagnola: Tecla y Vihuela: Milano e Napoli spagnoli, accompagnati da Evangelina Mascardi alla vihuela e da Maurizio Croci all’organo e al cembalo. Eseguiranno musiche di M. H. Werrecore, A. de Cabezón, E. Valderràbano, F. da Milano, P.P. Borrono, A. Mudarra, R. Rodio, L. Milàn, A. Valente.
Evangelina Mascardi è considerata una tra i migliori liutisti attivi nel panorama concertistico internazionale. Si è diplomata in chitarra classica. Dal 1997 ha studiato liuto presso la Schola Cantorum Basiliensis (Svizzera) dove ha ottenuto nel 2001 il “Solisten Diplom”. Ha suonato con noti ensemble di musica antica: Hespèrion XXI, Les Musiciens du Louvre, Venice Baroque Orchestra, Giardino Armonico, ecc., sotto la direzione di Jordi Savall, Marc Minkowsky, Andrea Marcon, Giovanni Antonini, Sir John Eliot Gardiner e altri. Si è esibita da solista in importanti festival europei e ha inciso diversi CD di musiche di Johann Sebastian Bach, Sylvius Leopold Weiss e altri.
Maurizio Croci è un organista e clavicembalista attivo sulla scena internazionale, dal 2005 professore alla Haute École de Musique Vaud-Valais-Fribourg, direttore artistico del Festival International d’Orgue de Fribourg e di Milano «Arte Musica», festival internazionale di musica antica. Si è diplomato in Organo e Clavicembalo presso i Conservatori di Milano e Trento ed ha continuato i suoi studi alla Schola Cantorum di Basilea. Laureato al Concorso Internazionale “Paul Hofhaimer” di Innsbruck. Nel 2000 ha eseguito a Berna l’integrale dell’opera organistica di J. S. Bach. Ha pubblicato numerosi CD ottenendo riconoscimenti dalla critica internazionale.
Tutti gli appuntamenti si terranno sempre presso il duomo di Valvasone e con inizio alle ore 17.00, con ingresso libero, sono però molto graditi i contributi per l’attività proposta.
Dobbiamo ringraziare sia per la fattiva collaborazione, sia per il sostegno finanziario, le seguenti realtà: la Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia, la Fondazione Friuli, la Banca 360 FVG, il Comune di Valvasone-Arzene, il Circolo Culturale Erasmo di Valvason, la Parrocchia del Ss. Corpo di Cristo.