Beatrice Fiaschi: parlando di questo nuovo romanzo

A quanto pare il crime è un must dentro le abitudini di letture e serie Tv di noi italiani. Non mancano penne interessanti e ne peschiamo una: Beatrice Fiaschi, scrittrice e giornalista, editor e docente di scrittura creativa e narratologia, Beatrice Fiaschi ha esordito, nel 2021, con il giallo psicologico “L’Essenza Fatale” (Ianieri Edizioni). Oggi torna con un romanzo dal titolo “La Vasca” (Edizioni Il Viandante) dentro cui si annodano le vicende di tre donne che, a Roma, nel 2018, sono trovate senza vita nelle loro vasche da bagno. E da qui inizia il viaggio…

Partiamo dall’editoria, un tema caro a molti. Il Viandante: come nasce questa collaborazione, come ci arrivi?
IlViandante era un editore a me già noto da tempo e che stimavo per la sua crescente professionalità, per la cura del testo e per gli impianti grafici che avevo conosciuto con molto piacere già ammirando gli albi illustrati di Chiaredizioni. Così mi sono iscritta a un concorso per racconti brevi organizzato dall’agenzia letteraria “Scribo” di Lanciano, in Abruzzo, nella speranza di essere notata… e così è stato. Il mio racconto non ha vinto il concorso ma è stato comunque menzionato e pubblicato in un’antologia edita “IlViandante”. Alla premiazione, in estate, ho avuto il piacere di conoscere Nicoletta Fazio dell’agenzia letteraria e Arturo Bernava, l’editore. È nata subito una reciproca confidenza e spinta a collaborare. L’inverno seguente ho presentato infatti l’antologia in un firmacopie a “Più libri, più liberi” e ho iniziato a collaborare con “Scribo”, conducendo un corso di scrittura creativa in Abruzzo, finché mi sono fatta coraggio e ho proposto “La Vasca” alla casa editrice che ha apprezzato sin da subito l’opera collocandola nella collana di noir e iniziando così una fiorente collaborazione basata sulla stima reciproca.

Parliamo di editing: come ci hai lavorato e con chi?
“La Vasca” ha avuto un processo di creazione lento, macerando in botti di rovere. In un primo momento, la mia editor è stata la scrittrice e regista Monica Mazzitelli e in un secondo tempo Nicoletta Fazio, poetessa ed editor dell’agenzia “Scribo”. Una sinergia di tre donne non poteva che portare a un’opera accurata e approfondita come poi in effetti questo romanzo si è rivelato essere, con feedback molto positivi proprio sulla cura dei dettagli e sulla profondità dei personaggi.

Sciogliere un intrigo delle volte è merito della semplicità? Come a dire: non serve inventarsi soluzioni assurde per non rompere la credibilità…? Cosa ne pensi?
Ciò che insegno ai miei allievi è proprio questa regola aurea della scrittura, valida in ogni genere e ambito: “poco è meglio”. Scrivere per sfogarsi è come seguire il flusso di un mare in piena, ma scrivere per un pubblico e perché la storia sia sempre al servizio del messaggio, del tema e dell’insegnamento è più come realizzare una scultura in cui dal legno grezzo si deve lasciar emergere una sagoma: occorre lavorare per sottrazione.

Il crime: una passione che avevi sin da piccola o qualcosa che arriva con il tempo e il tuo percorso di studi?
Sicuramente sin da piccola sono stata una lettrice forte, ma i primi romanzi di cui ho memoria, intorno ai nove anni, d’età sono stati: “Viaggio al centro della Terra” e “L’isola misteriosa” di Jules Verne, regalati da mio padre che poi mi ha continuata a nutrire con il genere “avventura”. Questo mi ha insegnato a costruire dei mondi, mondi immaginari e assurdi in cui rifugiarmi, dato che ero una bambina molto timida. Poi in adolescenza mi sono avvicinata ai poeti simbolisti e “I fiori del male” mi ha cambiato la vita, iniziandomi a un mondo di simboli e suggestioni e a quel gusto gotico che non ho mai più perso. In età più adulta si è sviluppata in me la grande passione per la letteratura americana, da Hemingway a Kerouac a Francis Scott Fitzgerald, autori che inserisco sempre nel programma dei miei corsi per parlare di tecniche narrative e strutture del romanzo. Nel frattempo, intorno alla maggiore età vengo folgorata da Arthur Conan Doyle e leggo tutte le opere su Sherlock Holmes comprendendo che da quel momento in poi avrei votato la mia vita allo studio e alla ricerca sulla narrativa crime. Ho esteso poi le mie letture ad autori britannici, francesi, spagnoli e americani di questo genere, o comunque abbastanza “neri” come Carlos Ruiz Zafon – sì, sono alquanto esterofila – ed eccomi qua a proporre anche io la mia opera che si propone come una necessità emotiva, psichica e sociale, atta a denunciare la società violenta in cui siamo immersi, con un occhio alla modernità, alle nuove tecniche investigative e alle ultime tendenze psicopatologiche alla base di molti recenti casi di cronaca nera. La documentazione criminologica ha rappresentato l’ultimo tassello di questo percorso, almeno per ora. Cerco sempre di essere aggiornata seguendo corsi di criminologia, medicina legale e approfondimenti di casi studio, per accompagnare il lettore in una lettura che sia realistica e ambientata anche all’interno dell’affascinantissimo mondo forense.

E se ti chiedessi dei numeri? Il 3, numero centrale per questo romanzo, ha un significato preciso? O è solo casualità?
Grazie, acuta lettura. Ne “La Vasca” nessun dettaglio è causale e ci sono molti rimandi esoterici e spirituali in stile Glenn Cooper. Ad esempio ricorre in alcuni dettagli di trama il colore rosso unito al personaggio di Gaia, in riferimento al primo chakra, indicato nelle tecniche di visualizzazione guidata dal colore rosso, un colore a bassa vibrazione, che ci parla di radici e genealogia. Gaia infatti è un personaggio che deve risolvere un problema legato al suo primo chakra e al rapporto con la madre. Poi c’è l’Asso di spade che compare nel terzo atto come archetipo guida per la risoluzione della storia e dell’arco di trasformazione di Gaia stessa, in quanto simbolo del Guerriero e infine, ecco il numero Tre, il numero perfetto perché in numerologia indica la giusta alchimia tra piano materiale e quello spirituale e l’estrinsecarsi del divino che è all’interno di ognuno di noi in quanto parti integranti del Tutto.

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