“From Now On” è il nuovo bellissimo disco di Beppe Cunico, disponibile anche in una preziosa release in vinile che ormai sappiamo bene quanto sia densa di valore e significato per l’artista vicentino. Il rock progressivo diviene epico, romantico, di visioni futuriste, di bellezza sicuramente. Il mondo che ci aspetta è tutt’alto che distopico… da seguire da vicino anche spulciando in rete in numerosi video, anch’essi riccamente prodotti con attenzione e grandissimo gusto visionario. Siamo nel futuro… ma siamo sempre noi…
La psichedelia dell’esordio sembra tramutarsi in una scena epica, quasi sinfonica all’orecchio. Sbaglio?
Sono molto contento quando le persone, ascoltando la mia musica, sentono delle sfumature, piuttosto che altre. Il cambio dal primo al secondo disco è evidente e tramutarsi “in una scena epica” è bellissimo. Nel primo ho omaggiato la musica che mi ha cresciuto, un tributo ai miei eroi. Mentre in “From Now On” sono più io, meno barocco e più conciso e anche le tematiche affrontate hanno richiesto un suono più incisivo. Quando scrivo, quando arriva l’ispirazione, mi lascio trasportare e il suono e le parole sono un alchimia del momento e devo sentirmi elettrizzato ad ogni ascolto. Solo così sento quando il pezzo funziona e sento di essere me stesso. Fondamentale poi è il contributo del produttore Sandro Franchin, non finirò mai di ringraziarlo abbastanza, che ha smussato gli angoli e creato un gruppo di musicisti al top, creando un amalgama potente: Elio Rivagli, Mattia Tedesco, Andrea Torresani, Marco Boem, Marta Bonato, Roberto Artuso. E ha chiamato alla console Alberto Gaffuri e Ivan Zora.
Dunque dai Genesis prima maniera a Peter Gabriel dei tempi moderni… che ne pensi?
Penso sia “leggermente” esagerato, ma grazie, mi rendi molto felice. E si, è un paragone che ci può stare. L’evoluzione artistica è una cosa importante, è una continua ricerca di coniugare il messaggio con la musica, che sia in sintonia, una ricerca sonora che interpreti le parole che ho scritto. Peter Gabriel è un gigante in questo senso. La mia scrittura è cambiata, anche perché sto migliorando. Mi sono reinventato cantautore dopo i 50 anni e ho iniziato a suonare la chitarra acustica scrivendo il primo album, mentre in FNO ho usato quasi esclusivamente l’elettrica. E il suono è diventato più definito e maturo, meno barocco, ma più votato all’immediatezza, senza cadere nel banale.
Bellissimo il vinile… ci tieni molto a questa dimensione vero?
Certamente. La musica è un espressione d’arte importante è il vinile rappresenta la cornice e il supporto ideale per dare l’immortalità all’opera. E poi l’ascolto dato del vinile porta l’attenzione al suo massimo, emozionando e coinvolgendo molto, ma molto di più dello streaming. E ti dice: rallenta, prenditi il tuo tempo, rilassati e goditi la musica, che è la colonna sonora della tua vita.
Come anche ai video… perché torna vincente per Cunico la scelta dell’animazione grafica?
In Slow Breath Coming, primo singolo, ho scelto l’animazione sia per creare una congiunzione con il precedente album, sia per poter ricreare la drammaticità del messaggio, che la speranza, con un crescendo di colori e, in questo, il disegno e l’animazione rendono il tutto più incisivo. E ringrazio tantissimo Federico Amata per le tavole e Nicola Elipanni per le animazioni. I tre video successivi, invece, ho voluto fare un cortometraggio a episodi, dove avviene la rinascita, l’evoluzione e l’affermazione di Mian, il personaggio che incarna il bene, nella sua lotta contro Egon, che è il concept dietro FNO.
E il team capitanato da Michele Piazza alla regia ha diretto benissimo Augusta Basile, ballerina e coreografa, che, assieme al suo Dance4Fun, hanno dato il massimo per rendere al meglio il messaggio.
Chi è l’uomo moderno? Anzi… cosa sta diventando?
Chi comanda ci vuole ignoranti, plasmabili alle loro volontà e l’avanzata tecnologica li sta aiutando in questo. I dannosi stereotipi, creati da un sistema basato esclusivamente sul consumismo, competizione e disinformazione, vanno indebolendo sempre più la razza umana, facendo il gioco di un establishment corrotto, avido e cinico.
La musica, in passato, ha rappresentato un mezzo potente di diffusione e, nel mio piccolo, voglio dare un messaggio di ribellione ad un futuro che si sta prospettando distopico, cerco di far rifiorire l’amore, l’amicizia, altruismo, impegno e sacrificio, difesa del pianeta e del bene comune, sempre più relegati in secondo piano, per lasciare una speranza alle prossime generazioni, qualcosa in cui vale la pena credere e prosperare. È questo è il modello di essere umano moderno che io mi auspico.