Cambra: “Scatole si basa sull’idea che una scatola possa rappresentare vari momenti della vita”

“Scatole” dei Cambra è un disco composto da 10 brani, caratterizzati da molteplici influenze alternative, emo, post-rock e grunge, che fondono un sound punk cupo ed emotivo, tutto cantato in italiano. Il concetto di “scatola” evoca diverse situazioni: un inizio, una fine, la sospensione di qualcosa che è stato dimenticato oppure è in attesa di essere ritrovato, su cui nel frattempo si accumula polvere. Nell’album le canzoni sono contenitori di speranza, rabbia, frustrazione, nostalgia, rassegnazione, vulnerabilità e rimpianto, riflettendo tutte le reazioni umane al senso di vuoto. L’immediatezza e la manifestazione di queste emozioni vengono veicolate attraverso un suono ruvido e linee vocali incisive, inserite in strutture ritmiche essenziali: schiaffi, urla, agitazione, silenzio.

Ciao Cambra, benvenuti. Il 2 luglio è uscito il vostro disco d’esordio “Scatole”. Potete raccontarci un po’ di più sul concetto dietro questo album?

Ciao, grazie per averci invitato! Il concetto di “Scatole” si basa sull’idea che una scatola possa rappresentare vari momenti della vita: un inizio, una conclusione, un’attesa o un ricordo messo da parte. Abbiamo immaginato le nostre canzoni come contenitori di emozioni e reazioni al senso di vuoto. Ogni traccia esplora il tema della perdita da prospettive diverse, e tutto è nato in modo molto spontaneo.

Il modo in cui avete descritto le vostre canzoni come contenitori di emozioni è molto evocativo. Come avete tradotto queste emozioni in musica?

Anche se i temi trattati sono molto riflessivi, abbiamo cercato di rappresentare le emozioni giocando con pause, dinamiche diverse tra strofe e ritornelli, e utilizzando linee vocali potenti.

Il vostro album sembra esplorare una gamma molto ampia di emozioni. C’è un brano che considerate particolarmente significativo dell’intero disco?

“Polvere”, il nostro primo singolo pubblicato il 7 maggio scorso, incarna perfettamente lo stile della band e rappresenta un punto di svolta rispetto ai lavori precedenti. La canzone è caratterizzata da pause significative, variazioni dinamiche tra ritornelli e strofe, e linee vocali incisive, pur trattando temi profondamente introspettivi.

Quali sono state le principali influenze musicali che hanno guidato la creazione di “Scatole”?

Suoniamo insieme da oltre dieci anni, condividendo gusti musicali e scelte stilistiche. Con questo progetto, siamo passati dalla scrittura in inglese a quella in italiano, prendendo ispirazione principalmente dai Verdena e dai Ministri. Tuttavia, i Biffy Clyro restano la band che ci accomuna e ci appassiona maggiormente.

Avete già dei progetti futuri in mente dopo l’uscita di “Scatole”? Concerti, nuovi brani, collaborazioni?

Il nostro obiettivo immediato è portare la nostra musica dal vivo a quante più persone possibile. Sentiamo di aver creato canzoni molto personali e siamo curiosi di vedere come verranno accolte. Guardando al futuro, vogliamo continuare a crescere ed evolverci musicalmente, esplorando nuove direzioni senza limiti di genere. Stiamo già lavorando su nuove tracce che ci entusiasmano molto e dedichiamo molto tempo in sala prove a sperimentare nuove idee basate su ciò che abbiamo già realizzato.

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