Cesare dell’Anna e Opa China presentano il singolo Chinatal. Il groove balkan-jazz e il sound prog si fondono con le melodie orientali e le scale pentatoniche.
La continua voglia di sperimentare, osare ed arricchirsi, questa volta ha spinto verso Oriente la band guidata dall’istrionico Cesare Dell’Anna. “Opa China” rappresenta un altro capitolo, una nuova scommessa della band Opa Cupa, musicisti che da sempre si nutrono di condivisioni, esperimenti e dinamicità. La formazione guidata dal trombettista e produttore discografico pugliese si presenta al pubblico in questa nuova veste con la pubblicazione di“Chinatal”, primo singolo disponibile da martedì 2 gennaio 2018 sul canale youtube del trombettista.
Cesare Dell’Anna e gli Opa Cupa hanno da sempre utilizzato la musica e la propria arte come strumento a disposizione degli eventi storici contemporanei.
Negli anni della caduta dei regimi comunisti, anni in cui gli albanesi sbarcavano in migliaia sulle coste pugliesi generando timore e venendo denigrati dai molti, l’Albania Hotel spalancava le porte e accoglieva tutti senza riserve. Questa ospitalità fu riservata anche ai fratelli africani nel periodo, purtroppo ancora troppo attuale, delle tragedie nel Mar Mediterraneo, mentre l’Occidente non accettava e non accetta ancora oggi l’immigrazione dopo aver letteralmente “mangiato” e “stuprato” il continente nero.
Anche la Cina è al centro di un dibattito che abbraccia politica, cultura, economia e sociologia sotto gli occhi “disattenti” della maggior parte di noi. La musica non può distogliere lo sguardo dalla realtà e ha il dovere di tendere la mano verso culture diverse dalle nostre, in particolare verso quelle che ormai sono subentrate nel nostro tessuto sociale. E’ sufficiente guardarsi intorno per comprendere l’importanza sociologica ed economica di questo “fenomeno” che vede ormai tantissimi ragazzi e uomini di seconda generazione a confronto con la normale quotidianità e con le sfide del mercato in continuo cambiamento. Cesare Dell’Anna avverte fortemente il bisogno di confrontarsi con questa cultura e in quanto musicista e musicologo studia fino in fondo la Cina e la cultura cinese. Nel profondo, non da turista. Ciò che più attrae è la possibilità di mangiare e vivere con loro, raccontarsi e discutere, confrontarsi sull’attualità e sulla storia.
In particolare il trombettista pone l’attenzione sui cinesi che vivono stabilmente in Italia, in Puglia, per comprendere al meglio come loro stanno vivendo questo periodo storico, nella ricerca di punti di incontro, aggregazione e scambio con questa antichissima cultura. Come per i Balcani e per l’Africa, anche questo percorso merita attenzione, ore di lavoro e di studio e sicuramente sarà un bel seme che genererà nuove amicizie, nuovi incontri, nuove ricerche, discussioni e interessanti produzioni discografiche. Hanno partecipato alla realizzazione del primo singolo 2018 prodotto dalla 11-8 Records Mauro Tre (farfisa), Stefano Valenzano (basso), Rocco Nigro (fisarmonica), Antonio De Marianis (batteria), Andrea Doremi (tuba), Paride Marco (tuba), Gino Semeraro (chitarra elettrica), Luigi Grande (synth) e Fabrizio Giannone (ingegnere del suono). Il concept design della grafica è stato invece realizzato da Marcello Moscara.
“Opa China” rappresenta un nuovo capitolo in un percorso coerente e attento, frutto di uno spirito di osservazione critico della storia contemporanea.
Correva l’anno 2001 quando Cesare Dell’Anna pubblicò “Tax Free”, album che in copertina raffigura il “suicidio dell’hamburger” con il ketchup che forma una sagoma umana, come a rappresentare un delitto; così come nel 2004 il celebro “baffo” venne rovesciato sulla copertina di “Zina” e diede vita alla collaborazione con Emergency o ancora quando nel 2005 gli Opa Cupa portarono in processione la “Madonna delle Bombe”. Questi espedienti grafici e simbolici vennero catalogati da molti come blasfemi, ma tanti altri ne colsero il significato provocatorio e la forte volontà di affermare a voce alta la totale contrarietà alla guerra. Quella speciale Madonna infatti doveva difendere i bambini dalle bombe giocattolo, e certo non si aspettava di assistere, a distanza di quasi 15 anni, agli attuali deliri di onnipotenza di Trump e altri esponenti politici internazionali.
Gli Opa Cupa mischiano da sempre la potenza degli ottoni e delle bande da giro del Sud Italia con la conoscenza della musica jazz e classica, il tutto sorretto da un forte e acido groove in un mix speciale che rappresenta il sound e la storia personale di Cesare Dell’Anna.
“Opa China” è in primis una scommessa, un vero e proprio periodo di studio, svolto in particolare sulle scale pentatoniche, che costringe ad una forzatura mentale e al confronto con una cultura diversa dalla propria. In questo Cesare Dell’Anna è stato precursore, basti pensare al grande lavoro svolto negli anni ’90 per la diffusione dei tempi dispari e dei ritmi irregolari che ora in tanti suonano e tutti ballano. E’ lo stesso trombettista che riconosce tanta importanza al confronto con le altre culture, ricavandone una essenziale fonte di ispirazione; basti pensare ai motivi che portarono un grande della storia come Giacomo Puccini a scrivere l’opera “Turandot”.
La musica è un veicolo essenziale per la diffusione di un messaggio e attraverso essa non ci si schifano gli odori altrui, si accettano i colori differenti, e ci si innamora anche della musica che viene da lontano. Con “Opa China” Cesare Dell’Anna propone ancora una volta un melting-pot supportato da “audio-suggestioni” per unire lo stile e il gusto Opa Cupa, il groove dei Balcani e i riff africani con la cultura cinese, le scale pentatoniche, le meravigliose voci e alle melodie struggenti che vengono dall’Oriente.