“Ci sono sempre parole. [non] Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)”, un piccolo festival con un grande obiettivo

“Ci sono sempre parole. [non] Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)”, un piccolo festival con un grande obiettivo

Ci sono sempre parole, [non] Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)

Certaldo, Gambassi Terme e il territorio dell’empolese valdelsa

11-12-13 settembre 2020

Inaugurazione: 5 settembre 2020

Tutti i territori hanno storie da raccontare. Nel cuore della Toscana, tra antichi borghi, itinerari storico-artistici e ricche tradizioni enogastronomiche, torna “Ci sono sempre parole. [non]Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)”, un piccolo festival con un grande obiettivo: rimettere al centro le persone e i loro racconti di vita quotidiana, per ricostruire le connessioni tra le comunità, rigenerare la capacità di ascolto e cementare l’empatia.

Realizzato a rotazione nei Comuni dell’empolese valdelsa, “Ci sono sempre parole” si distingue nel panorama italiano per il proprio carattere ‘diffuso’ e per la scelta di non puntare sui grandi nomi, ma sulla straordinarietà del quotidiano, fondamentale per rigenerare l’identità personale e territoriale in un’epoca segnata dalla virtualità delle comunicazioni e dal distanziamento sociale. Un festival[non]festival che, facendo del suo ‘non’ la spinta positiva verso la codificazione delle complessità contemporanee, presenta un programma aperto e flessibile, buona pratica per il presente e modello per il futuro, esportabile anche in altri luoghi, perché ogni comunità custodisce storie che meritano di essere tramandate.
Dopo il successo riscosso nel 2018, con 150 persone direttamente coinvolte ed oltre 2.000 partecipanti nei Comuni di Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite e Montepertoli (FI), la seconda edizione del festival si terrà, a partire dal 5 settembre 2020, nei Comuni di Certaldo e Gambassi Terme (FI), in diversi luoghi selezionati per il forte valore storico-artistico, simbolico e aggregativo.

Promossa dall’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdesa e prodotta dal Sistema museale “Museo diffuso Empolese Valdelsa” (MuDEV) e da YAB Young Artists Bay, la manifestaizone si inserisce all’interno di un contesto in cui è considerata fondamentale la partecipazione delle comunità nella ridefinizione della missione culturale del territorio.

«La seconda edizione di “Ci sono sempre parole” è un’importante occasione per ripartire con gli eventi espositivi, culturali, di spettacolo – dichiara, infatti, Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo con delega alla cultura per l’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa – ma non è solo questo. In questo momento sociale ed economico particolare, l’idea portante del museo diffuso si rivela quanto mai importante: fare emergere e valorizzare la cultura e la socialità delle comunità locali, creare occasioni di aggregazione culturale portando l’arte contemporanea a confronto con i nostri luoghi. Un modo per vivere la cultura e il territorio in sicurezza, dando opportunità sia ai cittadini che ai turisti».

Ideato da Andrea Zanetti, direttore artistico insieme a Cinzia Compalati sin dalla prima edizione, il festival si articolerà in tre azioni: l’esposizione d’arte contemporanea “Stoner. Landing pages”, visitabile dal 5 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 nella storica sede del Palazzo Pretorio di Certaldo; i racconti dei cittadini, l’11, il 12 e il 13 settembre 2020 nei musei del MuDEV; parole e musica del cantautore Bobo Rondelli, uno degli ultimi “maledetti” della canzone e della poesia italiana, che sarà presente il 13 settembre 2020 alle ore 19.00 presso il Giardino comunale (la pista) di Gambassi Terme.

La mostra “Stoner. Landing pages” trae origine dal noto romanzo di John Williams, un caso letterario che ha appassionato migliaia di lettori nel mondo: la biografia di un anonimo professore universitario che a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale affronta i drammi e le passioni di una vita normale. Ad otto artisti diversi per poetica e formazione – Emiliano Bagnato, Mauro Fiorese, Stefano Lanzardo, Roberta Montaruli, Eleonora Roaro, Jacopo Simoncini, Giuliano Tomaino, Zino – è stato chiesto di far vivere i personaggi e le atmosfere del romanzo attraverso il proprio linguaggio: fotografia, istallazioni, musica, performance e video. Non solo la riproduzione espressiva delle pagine di “Stoner”, bensì l’appropriarsi dei protagonisti per scavarne le profondità, per esternarne il non-detto e il non-scritto, per incanalare la narrazione nelle suggestioni della forza visiva. Dopo l’anteprima tenutasi a Pescara nel 2016, a seguito di una campagna di crowdfunding che ha coinvolto appassionati d’arte e bibliofili, mobilitando lo spontaneismo e creando una vera condivisione emotiva, il progetto si presenta per la prima volta a Certaldo nella sua completezza, con l’aggiunta di un lavoro inedito di Emiliano Bagnato e la rimodulazione site e contest specific delle installazioni.

Nel corso del festival sarà possibile assistere ai racconti dei cittadini all’interno di alcuni dei musei dei MuDEV: storie di vita vissuta messe in scena direttamente dai cittadini grazie al supporto drammaturgico di attori professionisti individuati tramite call pubblica. Storie normali, nelle quali tutti possono riconoscersi o trovare assonanze, ma che nel loro insieme traducono la complessità del presente. Si vuole portare alla luce una comunità che riscopre il piacere di raccontarsi, per confrontarsi non solo sulla memoria ma sulla codificazione del presente, accettando la sfida della contemporaneità come obiettivo, ma utilizzando la nobile arte della parola come strumento. Nella campagna toscana “l’andare a veglia” era il modo per trascorrere le serate in compagnia, conversando, leggendo, suonando un po’ di musica, giocando o ballando. Il più bravo a raccontare prendeva la parola e narrava storie che univano verità e fantasia, costruendo quell’epica del quotidiano di cui le province italiane sono ricchissime. Il filo conduttore sarà l’asse temporale che sempre segna la storia dei luoghi: racconti di emigranti, racconti di anziani, di famiglie, di bambini, di guerra, d’amore, di migranti arrivati negli ultimi decenni.

Chiuderà il festival il noto cantautore Bobo Rondelli, un artista che porta con sé la beffarda, dolente, orgogliosa eredità umana e politica della sua Livorno, con uno spettacolo che unisce parole e musica, parte della tournée estiva “Giù la maschera”. «È  una soddisfazione – dichiara Rondelli – essere il padrino di un Festival che ha nel suo titolo una parola a me cara: narrazione. Se poi questa parola è accompagnata dall’aggettivo impopolare, trovo ancora più importante la mia adesione. In un’epoca di solitudini reali che nulla hanno a che vedere con le relazioni virtuali, far emergere la quotidianità delle persone, nelle loro battaglie giornaliere, nel loro grigio, nella loro impopolarità, diventa un gesto eroico e romantico. Per questo ci sono: per portare con le mie parole e la mia musica un pezzo di verità, quella di chi spesso non ha voce. Viva le parole belle. Viva le storie impopolari».

La seconda edizione del festival è stata anticipata, nei mesi di giugno e luglio 2020, da “Ci sono sempre parole”, programma radiofonico del MuDEV in 11 puntate, trasmesso su Radio Nostalgia e disponibile sul canale YouTube del MuDEV (http://bit.ly/youtubemudev), e dalla campagna di comunicazione “Ci siamo!”, con l’affissione e la distribuzione di manifesti d’artista e cartoline da collezionare, perché l’arte e la cultura, nonostante la straordinarierà del momento, “resistono” e contribuiscono al rilancio e alla valorizzazione dei territori.

“Ci sono sempre parole” è realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze (main sponsor) e D.Marble Design; media partner Radio Nostalgia e Segnonline. Partner tecnici: Albergo Il Castello, Azienda agricola Tamburini, Azienda vinicola Collina dei Venti, B&B Antica Torre del Borgo, Bar Boccaccio Caffetteria, Casa al Cantone, Casa Il Fileno, Casa Primavera, Crocerossa Certaldo, Cucina Giuseppina Italian Cooking School, Greenbassi, Hotel Certaldo, Locanda Linando II, Osteria Pinchiorba, Proloco Certaldo, Studio d’arte Sabrina Taddei.

Il programma della manifestazione, in continuo aggiornamento, è disponibile sul sito www.museiempolesevaldelsa.it. Ingresso gratuito a tutti gli eventi con prenotazione obbligatoria, sino ad esaurimento dei posti disponibili, al seguente indirizzo: http://bit.ly/prenotazionifestivalMuDEV.

Il MuDEV Museo diffuso Empolese Valdelsa è un progetto di rete culturale degli 11 Comuni dell’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa, area di 753 kmq nella Toscana centrale con 167.000 residenti, oltre 1 milione di pernottamenti turistici e 300.000 ingressi annui nei musei del territorio.

Sono 21 i musei che tramite i Comuni fanno parte ad oggi del MuDEV, con l’obiettivo di allineare tutti i musei dell’area ai requisiti dei Piani Integrati Cultura (PIC) della Regione Toscana, rendendo reale e concreta la collaborazione scientifica, gestionale e promozionale dei musei stessi. Il MuDEV è visitabile con biglietti per i singoli musei o con il biglietto unico denominato Credenziale del pellegrino dell’arte – Art piligrim passport, un ‘libretto’ che, sul modello del pellegrinaggio lungo la Francigena, consente di accedere una volta a ciascuno dei 21 musei nell’arco di un anno di tempo e tenerne memoria con i timbri raccolti a ogni ingresso.

Sistema Museale Museo Diffuso Empolese Valdelsa: Comune di Capraia e Limite (Museo Remiero), Comune di Castelfiorentino (Museo di Santa Verdiana, BeGo Museo Benozzo Gozzoli), Comune di Cerreto Guidi (MuMeLoc Museo della Memoria Locale), Comune di Certaldo (Casa di Boccaccio, Palazzo Pretorio, Museo del chiodo), Comune di Empoli (Museo della Collegiata, Casa del Pontormo, MUVE Museo del Vetro), Comune di Fucecchio (Museo civico e diocesano), Comune di Gambassi Terme (Mostra permanente del vetro), Comune di Montaione (Gerusalemme di San Vivaldo, Museo Civico), Comune di Montelupo Fiorentino (Museo della Ceramica, Museo Archeologico), Comune di Montespertoli (Museo di Arte Sacra, Museo Amedeo Bassi, Museo della Vite e del Vino), Comune di Vinci (Museo Leonardiano, Casa Natale di Leonardo).

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