La nota giornalista e conduttrice televisiva, Cristina Parodi è la prima ospite e “aspirante miglior amica” di Florencia Di Stefano-Abichain che inaugura i nuovi attesi episodi di “BFF – Best Friend Florencia” (OnePodcast), podcast in cui intervista personaggi dell’intrattenimento che vorrebbe come alleati confidenti per condividere, tra un mate bollente e l’altro, gioie, dolori, dubbi e perplessità esistenziali attraverso aneddoti, curiosità e segreti.
La nuova puntata è disponibile da oggi, mercoledì 13 novembre, su OnePodcast e su tutte le principali piattaforme di streaming audio.
Con particolare attenzione alle passioni che ha in comune con Florencia, come l’amore per il giornalismo, per le interviste e per la moda, Cristina Parodi si racconta ripercorrendo la sua carriera televisiva dagli esordi in tv, passando per il periodo di maggior successo come conduttrice di tg e programmi, fino al lancio del suo marchio stilistico, insieme a tanti aneddoti e curiosità.
Sulla conduzione del primo telegiornale: «Per la storia della televisione il 13 gennaio del 1992 è stato un momento epocale e io avevo il compito e l’onore di inaugurare questo corso, quindi condurre la prima edizione delle 13.00. Mi ricordo che c’era lo studio strapieno di giornalisti di ogni testata possibile perché era un evento dal punto di vista della televisione rivoluzionario».
Sull’esordio alla guida del primo programma di infotainment, Verissimo «nel ’96 ho detto a Mentana che volevo andare a fare Verissimo, che era un programma che non esisteva, e mollare il TG5. Lui mi ha detto “sei pazza, non farlo e comunque se lo fai sappi che non tornerai più qui”. Io volevo andare perché mi ero innamorata e volevo sposarmi. Il TG5 era a Roma e Verissimo era a Milano, la mia idea era di stare al nord, tra Milano e Bergamo, è quindi è stata una scelta un po’ di sperimentazione, perché il mio Verissimo è stato il primo programma di infotainment, un po’ avevo voglia di spostarmi da Roma dove vivevo da 4/5 anni e provare a mettere su famiglia. Ho fatto questo triplo salto mortale. In realtà Verissimo andò benissimo, lo feci per 9 anni con ascolti pazzeschi. Poi mi hanno richiamata al Tg5 per condurre l’edizione delle 20.00».
Sulla sua scelta di cambiare per amore e la sua capacità di conciliare lavoro e vita privata «avevo 27 anni quando ho iniziato il TG5. È una fase della tua vita in cui cambiano tante cose. Il mio lavoro mi piaceva tantissimo, però non volevo rinunciare alla vita privata, a farmi una famiglia, ad avere dei figli. Sono sempre stata convinta, e lo ribadisco ancora adesso, che ogni ragazza, ogni donna, deve portesi realizzare nella vita professionale e nella vita privata. Riuscire ad avere entrambe le due cose, a tenerle in equilibrio, è molto più faticoso lo so. Sono stata tantissimo fuori da casa con dei sensi di colpa megagalattici, però i miei figli sono cresciuti bene lo stesso, ho avuto loro e il mio lavoro. I miei ragazzi hanno avuto due genitori che lavoravano tantissimo, ma che comunque hanno instillato in loro l’idea che è bello trovare un lavoro che ti piace, farlo bene, impegnarsi, perché ti dà soddisfazione. Esattamente come la soddisfazione di porter avere dei figli, una famiglia e di stare con loro. Per me una cosa non esclude l’altra. Ci si lamenta che non si fanno figli in Italia, ma perché purtroppo ci sono tante donne e tanti uomini che non hanno la possibilità da parte dello Stato, degli aiuti, semplicemente degli asili o dei permessi per poter fare entrambe le cose»
Sugli anni in televisione e il periodo in Rai: «Gli anni ‘90 e 2000 sono stati bellissimi, in Mediaset e anche quel passaggio che ho fatto a La7. Era un periodo in cui si facevano tante cose nuove, c’era una bellissima energia. La gente era giovane, c’erano tantissimi format nuovi. Adesso in televisione ci sono sempre le stesse persone e gli stessi programmi, non si fa più niente di nuovo. L’ultimo mio passaggio è stato alla Rai, che io vedevo come un faro per il mio ruolo abbastanza istituzionale; invece, è stata un po’ una delusione. Ho fatto 3 anni della Vita In Diretta che sono stati molto belli e di grande successo, però c’era qualcosa che non mi appassionava più, soprattutto in quell’ambiente; quindi, ho detto provo a fare altro».
L’esordio nel mondo della moda e il lancio del marchio Crida: «sono sempre stata appassionata di moda, l’idea di provare a fare qualcosa in quel mondo, che io conosco come giornalista, mi frullava per la testa da un po’ e ho detto: “questo è il momento, proviamoci”. Era un sogno che condividevo con la mia amica che è diventata socia poi di Crida, Daniela Palazzi. Ero stufa di fare un altro anno in Rai, ho fatto in televisione tutte le cose più belle che potevo fare. La televisione non mi manca, non l’ho mai fatta per essere famosa o essere vista. L’ho fatta perché mi piaceva quello che facevo, per me era un lavoro come un altro. Abbiamo iniziato a studiare e lavorare parecchio, perché tutto eravamo tranne che imprenditrici, eravamo molto più creative. Molti non riuscivano a concepire che una a 50 anni suonati volesse rivoluzionare il suo mondo per iniziare a creare l’ennesimo brand. Per noi era una cosa di nicchia che nel mercato non c’era perché abbiamo fatto le nostre ricerche. Con un tempismo sfigato siamo arrivati in showroom a febbraio del 2020, quando si è fermato tutto. Abbiamo tenuto duro e poco per volta, tenacemente ha iniziato a funzionare».
Link al podcast: https://open.spotify.com/show/38DGKwaRljBwe9Wgxb81s1?si=334e01531bf641e0