Curiose ed inquietanti macchine anatomiche. La Cappella di Sansevero di Napoli è uno di quei monumenti su cui aleggiano mille leggende. La prima ve la ho raccontata nell’articolo precedente ora vi voglio raccontare quella che riguarda la cava sotterranea alla Cappella.
Si racconta che, quando il Principe di Sansevero morì, durante un giro di perlustrazione fu scoperta una cava sotterranea. L’area fu minuziosamente studiata e, da quello che si narra, sembrerebbe che in quella cava avvenissero le cerimonie di iniziazione dei massoni. La cosa strana non è quella che i massoni avessero scelto come tempio una cava sotto la Cappella ma il fatto è che in quel luogo misterioso furono ritrovati degli scheletri appartenenti ad una donna e ad un uomo. I due scheletri non erano solo un mucchietto di ossa senza forma ma erano esattamente dei corpi ed erano completi di alcuni organi e del loro sistema venoso ed arterioso. Nella cavità addominale della donna vi era anche un feto che fu poi rubato. Si sa che i massoni erano degli studiosi e dei ricercatori ma, una simile scoperta, aveva lasciato tutti a bocca aperta e le leggende sulla crudeltà del Principe aumentarono vertiginosamente.
La leggenda racconta che il massone alchimista, che si adoperò per far conservare i corpi in quello stato, abbia utilizzato un liquido di sua invenzione il cui scopo era quello di solidificare l’interno delle arterie in modo che il processo di decomposizione non avvenisse. La cosa drammatica è che, sempre in base alla leggenda, questo tipo di operazione avveniva su persone ancora in vita e non sui cadaveri e che quei due malcapitati fossero due servi del Principe.
In base alle ricerche effettuate successivamente vennero trovati dei documenti notarili tra cui vi era un contratto stipulato tra l’alchimista ed un certo dottor Salerno dove si commissionava la realizzazione di due scheletri veri su cui poter installare un sistema cardio -vascolatorio. Il sistema cardio – vascolatorio lo avrebbe dovuto fornire il Principe Raimondo Sangro. In poche parole i due scheletri trovati avevano solo la funzione didattica e le vene e le arterie ritrovate erano state realizzate con del filo di ferro e della cera colorata.
Nonostante tutta la documentazione che attesta che non era stato commesso nessun crimine atroce c’è chi diceva e dice tutt’ora di sentire urla strazianti provenire da quella zona e che sicuramente erano i due servi che imploravano di avere salva la vita.