DANTE2021, domenica 15 settembre la giornata conclusiva – Alle 11 alla Casa Matha di Ravenna con Marcello Ciccuto per una conversazione dedicata a Botticelli
“Dante nostro contemporaneo” è certo una formula riduttiva: la sua parola, così profondamente legata al suo tempo, ha la capacità di traversare i secoli e collocarsi – con le sue prospettive, con le sue domande – nel futuro di ogni lettore. Un sentimento che ha sostenuto e animato un lungo e pressoché ininterrotto amore per Dante e per la sua opera, una diffusa passione che ha contagiato intere generazioni, a partire da quelle immediatamente successive il Poeta: in questo quadro si colloca anche l’appuntamento conclusivo della nona edizione di Dante2021, il festival interamente dedicato al padre della lingua italiana e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca.
Domenica 15 settembre, alle 11, l’itinerario del Festival raggiunge la Casa Matha per un incontro con Marcello Ciccuto, Presidente della Società Dantesca Italiana, che commenterà disegni e dipinti di Botticelli ispirati alla Commedia, così svelando il punto di vista di un appassionato lettore quattrocentesco impegnato nel trasporre per immagini l’universo dantesco.
È ormai tradizione che il festival Dante2021 si concluda alla Casa Matha – sede della Schola Piscatorum, la più antica corporazione del mondo – con la storia dell’arte. Presidente della Società Dantesca Italiana dal 2015, Marcello Ciccuto insegna all’Università di Pisa e si occupa da oltre trent’anni dei rapporti fra arte figurativa e letteratura, tema al quale ha dedicato svariati volumi. Proprio a partire da questo profondo interesse per la relazione fra immagine e scrittura, che per altro l’ha portato a dirigere una collana di facsimili di manoscritti illustrati dell’opera di Dante, con Botticelli lettore e interprete della Commedia Ciccuto rivelerà le linee guida della lettura quattrocentesca del testo di Dante, anche alla luce dell’impegno di Botticelli per l’affermazione di un nuovo ruolo per l’artista in seno alla società fiorentina dell’epoca.